Un’altra grande voce se n’è andata. Sei mesi dopo Amy Winehouse ci lascia anche
Whitney Houston
, un destino comune a loro e a molti altri, spesso al grande talento si oppone l’incapacità di vivere. Resto sempre molto colpito quando questi artisti se ne vanno, forse perché con loro ho in comune non certo il talento ma quella difficoltà di vivere la realtà quotidiana che spesso sembra anche a me di non riuscire a farcela. Ciao Whitney, ciao Amy, le vostre grandissime voci non ci lasceranno mai.
delicata tenerezza! E’ perfetto, con la voce, con quel timbro, ti soffiava un palloncino con dentro il suo mondo…il nostro mondo….il mondo di tutti. Ma lei lo soffiava in un palloncino, bello come un sogno ma delicato come un respiro. Delicata sofferenza.
Predestinata. Aretha Franklin come madrina e una cugina come Dionne Warwick testimoniano il sangue “blu” della meravigliosa Whitney. Approvo il post, la notizia della sua morte mi ha toccato allo stesso modo di quella della fine di Amy: profonda malinconia e delicata tenerezza. In quanto a talento ne avevano veramente da vendere, entrambe.
Non so se le motivazioni del loro lasciarsi andare siano derivate da malesseri originanti dalla incapacità di vivere un mondo diverso da quello desiderato o più semplicemente da una forte debolezza caratteriale, o da entrambi le cause, ma so che le loro splendide voci, così come le loro immagini, erano gioia per le orecchie e godimento per gli occhi. E se mai hanno fatto male a qualcuno lo hanno fatto solo a loro stesse.
Queste donne così forti in apparenza ma delicate e pronte a cadere come petali di rosa smossi dal vento…è un attimo e sei persa!!
Ho sentito le stesse cose che hai ben espresso tu. Una grandissima voce, una bellezza incredibile, un’insieme affascinante che mi ha colpito subito e un mondo al quale, forse lei, come noi, non si è mai rassegnata. Ciao Whitney