Monicelli poco prima di morire diceva che l’Italia ha bisogno di una rivoluzione, per spazzare via tutta la “marcia” classe politica di questo paese, e per una “rinascita” della civiltà.
Nel nostro civile ed avanzato paese dall’inizio del 2011 ad oggi ci sono stati 192 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, ma si arriva a contarne oltre 400 di morti se si aggiungono i lavoratori deceduti sulle strade e in itinere. Le regioni in testa a questa triste classifica sono la “moderna e civile” Lombardia con 28 vittime sui luoghi di lavoro (provincia di Milano 10), l’Emilia Romagna 20 (Provincia di Bologna 5) e la Sicilia 18 (provincia di Catania 5). Nonostante la tragedia della Thyssen e dopo un calo costante delle vittime che si registrava da quel tragico evento, anche la provincia di Torino ha già 5 morti in questi primi 4 mesi, e il Piemonte 16, le province di Napoli e Chieti 5, Savona, Messina e Ragusa 4 vittime.
Questo basterebbe per rendere necessaria la rivoluzione di cui parlava Monicelli.
Le generazioni che ci ha preceduto hanno lottato, si sono sacrificate, sono morte, per dare ai propri figli, a noi, un paese dove fosse dignitoso vivere. La nostra generazione ha dilapidato quasi tutto. Una generazione intontita e inerte che continua ad assistere passivamente allo sfacelo e che paralizzata dalla paura scarica tutto sulle generazioni future: i nostri figli.
Questo primo maggio voglio dedicarlo, attraverso le due canzoni inserite, a quelli che hanno lottato anche per noi, a quelli che dovranno lottare per sopravvivere all’egoismo e alla vigliaccheria di questa generazione, e a quelle persone che, uscite di casa per andare a lavorare, non sono più tornate.
il pensiero di Monicelli, e la sua saggezza, l’avevo già riportato in un vecchio post. Sono contento che ve ne siete accorti..
Se pensate che anche Claudio Lolli, ora, quando canta la sua “Borghesia” dice così: pur piccina che tu sia, “forse” vento un giorno ti spazzerà via…
…lo vedi che er sito a qualcosa serve… e l’altra te la ricordavi ?
In questo paese non ci sono mai state e mai ci saranno mai rivoluzioni, si preferisce vivere all’ombra del potente di turno sperando di cavarsela.
P.S. Contessa non la sentivo da trentanni, gli anni passano…