Governo, Casini, Fini, Rutelli, Chiamparino, Bersani, D’alema e il Partito Democratico, salvo rare eccezioni, stanno con Marchionne, la Fiat, la Confindustria e gli utili degli azionisti. Con i lavoratori, con i diritti e a difesa della carta costituzionale solo la FIOM, che dichiara lo Sciopero Generale: “Stanno uccidendo il Contratto Nazionale di lavoro”. I nostri padri hanno lottato per lasciarci i diritti. I nostri figli non li avranno.
Documento finale del Comitato Centrale
FIOM del 29 dicembre 2010
Il Comitato Centrale della Fiom considera la scelta compiuta dalla Fiat alle Carrozzerie di Mirafiori un atto antisindacale, antidemocratico ed autoritario senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali nel nostro Paese dal dopoguerra, in contrasto con i princìpi ed i valori della nostra Carta Costituzionale.
L’obiettivo strategico della Fiat è chiaro: provare a cancellare in modo definitivo il sistema dei diritti individuali e collettivi nel lavoro, conquistati nel tempo con le lotte dalle lavoratrici e dai lavoratori del nostro Paese, tramite una libera ed autonoma azione di contrattazione collettiva ed affermare che questa è l’unica condizione per poter investire in Italia.
I contenuti dell’intesa imposta dall’Azienda alle Carrozzerie di Mirafiori saranno estesi anche a Pomigliano rendendo evidente le volontà e la radicalità del gruppo Fiat:
· Le Newco servono per cancellare il Contratto nazionale, per azzerare i diritti nel lavoro sanciti da accordi pregressi, per permettere alla Fiat stessa di uscire dal sistema di rappresentanza confindustriale.
· I sindacati vengono trasformati in soggetti aziendalistici e corporativi senza più alcun diritto a contrattare, che esistono solo se firmano e sostengono le ragioni e le posizioni dell’impresa. Chi non firma l’intesa non ha diritto di esistere e gli vengono negate tutte le agibilità sindacali, dai permessi sindacali al diritto di assemblea, alla trattenuta sindacale.
· Le lavoratrici e i lavoratori non hanno più il diritto ad eleggere propri delegati sindacali, perché ci saranno solo rappresentanti nominati in maniera paritetica dalle Organizzazioni sindacali aderenti al Regolamento imposto dalla Fiat.
· Si peggiorano le condizioni di lavoro, di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro, riducendo le pause sulle linee di montaggio, assumendo la nuova metrica del lavoro Ergouas quale metodo indiscutibile e immodificabile, aumentando gli orari di lavoro e lo straordinario obbligatorio, derogando dalle leggi e dal Ccnl, aumentando le saturazioni dei tempi di lavoro e lo sfruttamento.
· Si riduce nei fatti il salario reale, cancellando la contrattazione aziendale sul salario, come avvenuto nel 2010 tagliando il Premio di risultato.
· Si introducono sanzioni e penalizzazioni che permettono all’azienda di non retribuire i primi giorni di malattia e di impedire il diritto di sciopero fino alla licenziabilità del dipendente. È paradossale che la Fiat vincoli gli investimenti all’esito di un referendum da lei promosso, in cui si ricattano sul piano occupazionale le lavoratrici e i lavoratori, chiedendo loro di uscire dal Ccnl, dalle leggi e dai princìpi e dai valori della Costituzione e di cancellarne le libertà sindacali.
Il Comitato Centrale della Fiom-Cgil conferma, come già deciso sull’intesa separata della Fiat a Pomigliano, la scelta di considerare inaccettabile e non firmabile il testo proposto dalla Fiat per le Carrozzerie di Mirafiori, giudica illegittimo sottoporre a referendum diritti indisponibili alla negoziazione tra le parti, a partire dalla libera scelta della propria rappresentanza sindacale con il voto, e considera un grave errore della Fim e della Uilm cedere al ricatto della Fiat, perché così si rinuncia a svolgere un ruolo contrattuale e si rischia di rompere con la storia e la natura confederale e solidale del sindacalismo italiano.
Se poi, nello stesso giorno, succede che il Governo fa approvare la riforma Gelmini, taglia i fondi per l’informazione e la cultura e sostiene le scelte della Fiat, è evidente che siamo in presenza di un attacco ai diritti, al lavoro ed alla democrazia che deve preoccupare tutte le forze che hanno a cuore la difesa della nostra Costituzione.
Per queste ragioni il Comitato Centrale della Fiom-Cgil decide di:
· Proclamare 8 ore di sciopero generale dei metalmeccanici con l’effettuazione di presidi e manifestazioni regionali per la giornata di venerdì 28 gennaio 2011, rivolgendosi anche a tutte le persone, le associazioni e i movimenti che hanno partecipato il 16 ottobre alla grande manifestazione di Roma.
· Lanciare in tutti i luoghi di lavoro e nel Paese una raccolta di firme contro gli accordi di Mirafiori e Pomigliano, per un Contratto nazionale senza deroghe, per la libertà sindacale, per un lavoro stabile e con diritti ed a sostegno della Fiom e della lotta dei metalmeccanici.
· Organizzare in tutte le città momenti pubblici e permanenti di presidio, discussione ed informazione per il lavoro, il contratto, la democrazia e le libertà sindacali.
Inoltre il Comitato Centrale della Fiom dà mandato alla Segreteria nazionale di effettuare:
· Incontri con le forze politiche.
· Un’iniziativa aperta della Consulta giuridica.
· Organizzare in rapporto con le Fiom di Torino e di Napoli le iniziative più utili per dare continuità al proprio ruolo di rappresentanza e tutela degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori del Gruppo Fiat.
· Un’estensione dell’azione contrattuale e giuridica per difendere il Ccnl del 2008 e le libertà sindacali, come deciso dai precedenti Comitati Centrali.
Il Comitato Centrale della Fiom esprime il proprio totale sostegno e la propria profonda solidarietà alle Rsu, ai delegati, ai militanti, agli iscritti della Fiom di Mirafiori e Pomigliano che per primi sono impegnati in questa difficile e durissima vertenza e si rivolge a tutte le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici affinché con la loro mobilitazione ed azione collettiva si difendano le libertà sindacali, la dignità del lavoro e la democrazia nei luoghi di lavoro e nel Paese.
(Approvato con 102 favorevoli e 29 astensioni)
FIOM
Ho tratto, volutamente, da Libero (c’è sempre…una prima volta), la sintesi dell’accordo che riguarda la newco di Pomigliano e che ricalca Mirafiori, neanchè loro riescono a nasconderne la gravità…..basta leggerlo.
Ecco, punto per punto, che cosa cambia dopo l’intesa tra Fiat e sindacati per i lavoratori dello stabilimento campano di Pomigliano d’Arco.
INVESTIMENTI – Sono previsti 720 milioni di euro di investimento per la produzione del modello Nuova Panda.
CONTRATTO – L’accordo prevede la fuoriuscita dal sistema confindustriale e l’abbandono del contratto nazionale.
OCCUPATI – Viene garantito l’impiego a circa 4.600 dipendenti diretti e altri 10.000 occupati nell’indotto. Le assunzioni cominceranno a gennaio. I primi saranno tecnici e impiegati. In primavera sarà il turno degli operai.
AUMENTI SALARIALI – Viene prevista una maggiorazione del salario base di oltre 360 euro lordi all’anno, che su base mensil sono circa 30 euro lordi, pari a 20 netti in busta paga. Nel livello medio dei nuovi minimi tabellari ci sarà il maggior incremento, che mediamente peserà per circa 100 euro in più rispetto al contratto passato.
PROFILI PROFESSIONALI – Con la fuoriuscita dal contratto nazionale, si passa da 7 a 5 gruppi professionali, con le relative fasce al loro interno. Prevista anche la revisione normativa delle figure professionali più alte. I lavoratori potranno percepire il Tfr e cominciare di nuovo a maturare cinque scatti di anzianità mantenendo il maturato.
SINDACATI – Esattamente come accade a Mirafiori, hanno diritto alla rappresentanza (delegati, assemblee, raccolta quote e varie) solamente i sindacati firmatari dell’accordo, cui spetta anche la nomina dei delegati (ogni delegazione ne indicherà lo stesso numero). Per Fiom, che non ha sottoscritto l’accordo, niente diritti.
LA NEWCO – I lavoratori verranno tutti riassunti da Fabbrica Italia Pomigliano. Con la firma del contratto di assunzione, il dipendente prende l’impegno a rispettare le specifiche regole del contratto di Pomigliano. Il mancato rispetto delle clausole fa scattare un’infrazione disciplinare e le relative sanzioni, che possono arrivare fino al licenziamento.
I TURNI – La nuova organizzazione del lavoro sarà basata su 18 turni settimanali. Gli impianti di produzione verranno utilizzati per 24 ore al giorno e per 6 giorni alla settimana, sabato compreso. Quindi, di norma, un operaio lavorerà 6 giorni la prima settimana, e 4 la seconda.
GLI STRAORDINARI – Le ore annue di straordinario imposto passano a 120 ora, 80 in più obbligatorie: prima erano 40. I sabati lavorativi passeranno da 5 a 15. Gli straordinari dovranno essere comunicati almeno con quattro giorni di anticipo.
LE PAUSE – Vengono ridotte da 40 a 30 minuti, mentre la pausa mensa viene spostata a fine turno.
IMPEGNI SINDACALI – Per la cosiddetta clausola di responsabilità, oltre alle sanzioni individuali per i lavoratori, si impone ai lavoratori il rispetto degli impegni assunti dai sindacati. Per quel che riguarda lo sciopero, non se ne potrà proclamare uno nel caso in cui l’azienda abbia comandato lo straordinario.
ASSENTEISMO E MALATTIA – Nel caso si verifichino picchi di assenze per malattia collegati a scioperi, manifestazioni esterne o messe in libertà per cause di forza maggiore o mancanza di fornitura, l’azienda si riserva di non retribuire per i primi tre giorni.
Niente male, non c’è che dire!
e mo’ so’ cazzi amari pe’ tutti, anche per chi non ha ancora capito cosa sta accadendo…
Secondo me siamo ormai in un regime fascista.
Anzi, le condizioni dei lavoratori di oggi
sono anche peggiori di quelle del regime
fascista. Chi voterà si alla cosiddetta
“intesa” si illude di conservare il lavoro.
In realtà non farà altro che avallare la
potenza del super-potente, il quale poi
farà quello che gli pare. I lavoratori, il
popolo, saranno solo carne da macello.