Secondo un attivista dei diritti umani in un incursione di militari della JTF (Joint Task Force), con truppe a terra e bombardamenti aerei, sarebbero state uccise oltre 150 persone nella regione del Delta del Niger. I militari confermano l’attacco ma rifiutano di commentare. Il vescovo della diocesi di Bomadi dove sorge Ayakoromo “E’ stata una strage, sono morti donne e bambini”.
Oghebejabor IKIM, coordinatore nazionale del Forum of Justice and Human Rights Defense, ha dichiarato oggi all’Associated Press che durante l’attacco iniziato mercoledì molte abitazioni sono state distrutte, molti civili sono rimasti uccisi e le donne sono state violentate.
IKIM ha detto che la battaglia si è concentrata sul villaggio di Ayakoromo nel Delta State, dove i soldati stavano cercando di catturare un leader militante di nome John Togo. IKIM ha dichiarato che non c’erano militanti a Ayakoromo o nei villaggi circostanti.
“La situazione si può descrivere come una follia omicida di civili innocenti”, ha dichiarato l’attivista.
Un portavoce militare ha confermato che l’operazione era in corso, ma ha rifiutato ulteriori commenti.
Ieri il Colonnello Timothy Antigha aveva detto che mercoledì l’esercito aveva attaccato tre campi dei militanti nel Delta State.
I militanti del Delta avevano dichiarato a TheTimesofNigeria che più di 100 persone erano state uccise, ma Antigha ha detto che il numero delle vittime non era chiaro.
“Un numero imprecisato di persone potrebbe essere stato ucciso durante l’operazione – ha continuato il militare – ma erano criminali, perchè la gente innocente non vive nei campi”.
A confermare il massacro è la Misna (Missionary International Service News Agency): Bruciati nelle case o avvolti dalle fiamme delle bombe: almeno 50 civili sono morti così nel villaggio di Ayakoromo, durante l’incursione di un’unità speciale dell’esercito a caccia di militanti in lotta contro il governo. La notizia è stata confermata alla MISNA da diverse fonti nello Stato del Delta e in particolare dal vescovo della diocesi di Bomadi dove sorge Ayakoromo. “La strage – dice alla MISNA monsignor Hyacinth Egbebo – ha seguito l’uccisione di alcuni soldati che avevano occupato il villaggio”. L’Unità di intervento congiunto (Jtf) dell’esercito aveva il compito di catturare John Togo, uno dei comandanti della Forza di liberazione del Delta del Niger (Ndlf), un gruppo che non ha aderito al programma di amnistia avviato dal governo l’anno scorso. “I bombardamenti aerei e il rogo delle case – dicono alla MISNA – sono stati una ritorsione: chi non è fuggito in tempo non ha avuto scampo”. Secondo monsignor Egbebo, centinaia di persone sono fuggite nei boschi che circondano il villaggio. Tra loro c’è anche il parroco di Ayakoromo. Non ce l’ha fatta invece il presidente del Consiglio parrocchiale. Con lui sono morte donne e bambini.
Torna dunque a far parlare di se la JTF dell’esercito nigeriano, le tristemente note forze speciali create appositamente per contrastare i ribelli nella regione del Delta, più nota per le palesi bugie, le stragi, i soprusi e le violenze sulla popolazione civile che per la capacità di contrastare gli attacchi dei militanti alle installazioni petrolifere.
Bisogna ricordare che le ultime due “guerre del petrolio” dichiarate dal Mend, che hanno messo in ginocchio la Nigeria, sono nate dall’attacco della JTF a presunti campi di militanti, sempre con il corollario di un bagno di sangue tra i civili.