Da San Quirico, prendendo una stradina che esce dal paese, si arriva in pochi minuti nel Parco archeologico della Città del Tufo. Con le sue 200 grotte, Vitozza è oggi il più grande insediamento rupestre dell’Italia centrale.
Dopo tanti anni, una bella mattina di giugno sono tornato a Vitozza, poco più di due chilometri dal centro di San Quirico. Una gran bella passeggiata nel verde, e per me nei ricordi, nei ricordi belli. Pieni di canti, di suoni, di persone, di un mondo semplice e comunicativo che per tradizione trascorreva (spero che si faccia ancora) nei prati e nelle grotte di Vitozza il giorno di Pasquetta.
Ho scattato molte foto che troverete nella gallery San Quirico, Vitozza e dintorni (per gustarvele usate lo slideshow che trovate nella prima pagina).
Un pò di storia, da Wikipedia: L’antica città di Vitozza sorse in epoca medievale, quasi sicuramente alla fine dell’XI secolo, attorno al castello edificato dalla famiglia Aldobrandeschi. La struttura castellana venne costruita nel cuore di un insediamento rupestre che risultava abitato, molto probabilmente, già in epoca etrusco-romana.Nella prima metà del Duecento il centro passò temporaneamente prima sotto il controllo di Orvieto e poi della famiglia Baschi, che nella parte orientale della provincia di Grosseto possedeva numerosi beni, prima di essere ripreso nuovamente dagli Aldobrandeschi ed inserito nel territorio della Contea di Sovana nel 1274, anno della spartizione dei beni della famiglia.
Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, il luogo venne conquistato dai Senesi che lo inglobarono nella Repubblica di Siena e lo controllarono, nonostante le numerose contese, fino alla metà del Quattrocento. Successivamente, Vitozza entrò a far parte della Contea degli Orsini, all’interno della quale rivestiva fondamentale importanza; tuttavia, in seguito si verificò un progressivo abbandono del nucleo castellano e delle sue strutture difensive per cause ancora ignote, che in seguito causò un lunghissimo ed inesorabile declino.
Ciò nonostante, l’insediamento rupestre di Vitozza, pur vedendo migrare gradualmente la popolazione verso il vicino centro di San Quirico di origini cinquecentesche, fu abitato fino a quasi tutto il Settecento. Nel 1783 i Lorena ne censirono la popolazione residente; all’entrata di alcune grotte è presente un pannello descrittivo che indica anche i nomi delle persone o delle famiglie che vi abitavano all’epoca del suddetto censimento.
Il definitivo abbandono delle grotte avvenne appunto alla fine del Settecento.
Se ci andate vi consiglio, visitata l’area delle grotte, di oltrepassare l’area denominata San Angiolino da cui è possibile, all’interno del bosco e attraverso un percorso piuttosto ripido e uno stretto sentiero poco battuto raggiungere le sorgenti del fiume Lente. L’ambiente naturale è di eccezionale bellezza, dopo le sorgenti della Lente ci sono i ponti e le gallerie del vecchio acquedotto ottocentesco, la cascata, il ponte dei bicchieri, la grotta con la sorgente, insomma, una bella passeggiata emozionante e stimolante.
Bella passeggiata, tex sembra essere a casa sua.
…la stagione giusta! Tra l’altro vi ho invitato più volte…sarà ora ?
In primavera potresti farci da guida…