Ieri nuova udienza a Johannesburg del processo per la cauzione di Henry Okah. La decisione definitiva rinviata al 9 Novembre. Ancora rinviata la presentazione delle prove richieste dal giudice e dagli avvocati.
Il processo sulla richiesta di cauzione per Henry Okah, il presunto leader del Mend accusato di essere la “mente” degli attentati ad Abuja del 1 Ottobre, giorno in cui si festeggiava l’Indipendence Day, è continuato ieri in Sudafrica. Tramite il suo avvocato Okah ha rivelato che Chima Orlu, accusato dai Servizi Nigeriani di essere uno degli autori degli attentati, è attualmente in Sudafrica. Okah ha ammesso di aver affittato una casa ad Orlu, che si era presentato con il falso nome di Justin Malcolm Umejesi.
Okah nella deposizione giurata sostiene anche che, durante la sua locazione, il signor Orlu lo spiava per conto dello Stato nigeriano tramite l’ambasciata a Johannesburg,
Pur confermando la conoscenza di Mr. Orlu, Okah ha nuovamente negato di aver alcun legame con Orlu per quanto riguarda il suo coinvolgimento negli attentati di Abuja.
L’avvocato di Henry Okah, Rudi Krause, ha detto al giudice istruttore che le prove contro il suo cliente sono state costruite e che le autorità nigeriane vogliono semplicemente che Okah resti in carcere fino a dopo le elezioni generali e presidenziali del 2011.
Anche nell’udienza di ieri in tribunale, il giudice ha attaccato i due ufficiali della polizia sudafricana del servizio di supporto tecnico in quanto non hanno dato una ragione convincente e coerente per
non aver prodotto il disco rigido del computer sequestrato al presunto leader del Mend, come aveva ordinato durante la precedente udienza, per essere visionato finalmente
dagli avvocati di Okah. Il Giudice, rimanendo poco convinto dalle diverse spiegazioni date dagli agenti addetti, ha minacciato di accusare i due uomini di falsa testimonianza.
Pieno di dubbi il giudice ha rinviato la decisione sulla libertà per cauzione al prossimo 9 Novembre.
Se il giudice respingesse la richiesta Henry Okah potrebbe rimane in carcere per due anni prima che parta il processo vero e proprio.
Il giudice deve anche decidere sull’accusa di oltraggio alla corte di cui è accusata la moglie del militante nigeriano, Azuka Okah.