Sosteniamo la FIOM senza se e senza ma. Senza diritti, il lavoro torna ad essere privo di dignità, condanna “naturale” a un destino di asservimento, a una cittadinanza subalterna.
Quello che sta succedendo in questi giorni con le dichiarazioni di Marchionne, l’atteggiamento servile del PDL e del PD nei confronti della politica industriale FIAT, il silenzio complice ed asservito dei giornali, l’inesistenza di una opposizione, il tradimento degli altri due sindacati confederali, ci deve obbligare a riflettere.
– L’accordo completo siglato dalla Fiat senza la Fiom-
Quanto sta accadendo parla a tutti noi. Il messaggio è: “se volete lavorare, dovete farlo alle nostre condizioni, senza i vostri diritti conquistati con secoli di lotte; se non vi sta bene, ciao! Ce ne andiamo in Polonia dove ci conviene molto di più, il mercato del lavoro ci consente di fare plus valore maggiore da quelle parti, quindi noi non abbiamo niente da perdere, voi sì. ” Questo il messaggio da Medioevo, da schiavismo postmoderno, del grande manager della Fiat. Ma che geni, che fini strateghi, che capitani d’impresa, che fenomeni della creatività..hanno scoperto che guadagnano di più se rimuovono diritti ai lavoratori….come se in passato non ci avesse pensato nessuno…
Se passa, questo accordo farà giurisprudenza e costituirà una consuetudine che spezzerà qualsiasi ruolo del sindacato.
La FIOM che ha detto no a questo ricatto senza precedenti nelle relazioni industriali, va sostenuta con tutte le nostre forze. Vanno difese le “nostre” ragioni. Le ragioni del buon senso e del rifiuto della condizione di schiavitù dei lavoratori e delle lavoratrici.
Questa battaglia non si può non si deve perdere.
Questo è il comunicato di rete per la sinistra, firmato anche da ASud. Fatelo girare, postatelo, parlatene nelle vostre liste, tra i vostri contatti, amici.
Pomigliano: un accordo indegno. Siamo con la Fiom, per i diritti del lavoratori
Di fronte all´accordo di Pomigliano prima di tutto è necessario difendere senza incertezze il valore del contratto nazionale di lavoro, dei diritti indisponibili che credevamo garantiti dalla Costituzione, prima ancora che dallo Statuto dei lavoratori. E quindi sostenere la FIOM, senza se e senza ma. Quei diritti sono la base della convivenza civile e del tessuto di civiltà che caratterizza le democrazie costituzionali. Sono un elemento di ecologia della società, la possibilità di una partecipazione consapevole ed equilibrata di tutte e tutti alla cosa comune.
Senza diritti, il lavoro torna ad essere privo di dignità, condanna “naturale” a un destino di asservimento, a una cittadinanza subalterna. E’ una buona notizia che a Melfi la FIOM abbia stravinto le elezioni per le rsu: segno che le lavoratrici e i lavoratori capiscono chiaramente qual è la posta in gioco, se non sono ricattati nella loro stessa esistenza. E sanno da che parte stare.
Questo però non basta.
Noi non crediamo che non ci sia alternativa. Se pensassimo questo, in questo crocevia drammatico per l´umanità e non solo per il nostro Paese, non saremmo ancora qui a tentare di rimettere in rete le forze che non ci stanno, che credono necessario, prima ancora che possibile, costruire un altro mondo.
L´alternativa è la conversione ecologica del sistema produttivo.
Conversione ecologica necessaria: ce l´impone il surriscaldamento del pianeta, solo uno dei tanti effetti di questo modello di crescita e di sviluppo economico. Ce lo conferma l´impotenza dei distruttori a riparare gli effetti della loro opera di distruzione (la BP di fronte alla marea nera nel Golfo del Messico).
Ma soprattutto la chiedono e la cercano gli uomini e le donne che affrontano le crisi con una ricchezza di intelligenza e di competenza che eccede, e non da oggi, la capacità di sfruttamento da parte del capitale globale.
Questi uomini e queste donne sono i migliori alleati dei lavoratori e delle lavoratrici di Pomigliano d´Arco.
rete@sinistra
A Sud
Io lo scambio diritti-lavoro preferirei chiamarlo col suo vero nome, ricatto…
Sono rimasti soli di fronte al ricatto e alla paura, neanche tutta la CGIL sosteneva la Fiom, l’unica intervista per il “no” che ho visto è stata…udite udite.. quella di Cofferati… del governo e del PD non parlo, i greci direbbero “stessa razza, stessa faccia”…. eppure nonostante tutto il 36 % dei lavoratori ha detto NO, un risultato clamoroso, se pensate che nelle RSU di Pomigliano la Fiom è al 20% e i Cobas sfiorano il 10%…..e lo scambio era diritti-lavoro….
se solo vent’anni fa avessimo letto una notizia del genere avremmo pensato ad uno scherzo. E se qualcuno.. tra la classe politica e sindacale l’avesse presa sul serio avrebbe smosso le coscienze dei lavoratori e li avrebbe portati in piazza a milioni!
Ma sono passati vent’anni. E fra vent’anni?
E’ un pericoloso precedente che dietro la maschera dell’autodeterminazione (referendum) sgretola ancor di più lo strumento della solidarietà aprendo un’autostrada allo smaltimento dei contratti nazionali.
Ho letto l’accordo, lo definirei inaccettabile e anche preoccupante perché costituirebbe un pericoloso precedente…