Qualche giorno fa è morto Stefano Chiodi, centravanti del Milan della stella. Con i suoi 7 gol, di cui 6 su rigore, contribuì alla conquista del decimo scudetto nella stagione 1978/79. Giocò anche nel Bologna e nella Lazio.
Stefano Chiodi aveva la nostra età ed è morto di un male incurabile la settimana scorsa. Qualche tempo fa avevo letto una sua intervista in cui parlava del periodo vissuto al Bologna, società che lo aveva lanciato nel grande calcio:«Qualcosa di strano c’è stato di sicuro e sono preoccupato. Personalmente sono sempre stato allergico alle punture, non me le sono mai volute fare. Qualche flebo sì, e quelle insieme alle iniezioni per molti miei compagni erano diventate la prassi. Sensazioni strane? Una volta. C’era un Bologna-Samp, sfida decisiva per la salvezza, perciò nello spogliatoio ci dissero: “Se volete prendere qualcosa per andare più forte in campo, oggi è la giornata giusta…”.
Nei giorni scorsi, quando ho letto della sua morte “dopo una lunga malattia”, mi è tornata in mente quell’intervista ed ho cercato di saperne di più. Prima dell’aggravarsi della malattia aveva organizzato un torneo di calcio in memoria di un suo compagno di squadra del Bologna di quegli anni, si trattava di Fiorini. Ho scoperto che Giuliano Fiorini è morto nel 2005, a 47 anni per un tumore ai polmoni. «Eravamo insieme io, Chiodi e Fiorini nel Bologna della stagione 1977-’78», ricorda Gil De Ponti, 57 anni, che nel ’95 è stato operato per un tumore alla testa. «Le flebo le ho fatte anche io, cosa ci mettessero dentro non lo so. Ma oggi sono convinto che sulla pelle dei calciatori della mia generazione hanno fatto un “grande casino”, però a qualcuno fa comodo esser cieco. Forse il mondo del calcio teme che se viene dichiarato colpevole poi ci deve risarcire tutti. E adesso le vittime cominciano ad essere troppe».
Scavando ancora un po’, ma neachè tanto, scopro che le morti in quel Bologna degli anni 70 sono tante, forse troppe, anche per la statistica.
De Ponti, in un’intervista ricorda altre morti. Quella del portiere Giuseppe Vavassori (al Bologna dal ’66 al ’72) scomparso nell’83, a soli 49 anni, per un male incurabile. Quella di Tazio Roversi (in rossoblu dal ’63 al ’79) morto dieci anni fa per un tumore al cervello. Un altro portiere del Bologna – dal ’75 al ’78 – Franco Mancini fu stroncato da un infarto nel 2006 all’età di 58 anni. Stessa sorte per Fulvio Zuccheri (dal ’79 all’82) scomparso a 49 anni su un campo di calcetto l’8 ottobre 2007. Sempre alla fine degli anni ’70, per una stagione in quel Bologna è transitato anche il “grande accusatore” Carlo Petrini che va avanti a terapie dopo l’asportazione di un tumore al cervello. E infine chi di noi non ricorda la bandiera rossoblu, Giacomo Bulgarelli (al Bologna dal ’59 al ’75) proprio nell’anno del centenario è andato via per sempre, per la stessa malattia che ha ucciso Chiodi.
è vero, i calciatori della Vostra età ne hanno passate…. ma perchè quello d’adesso nooo..???
..giusto caro Flash, era per dire …che salvo te…non era un vecchio!
tutto giusto….ma non capisco il “aveva la nostra età”….