Il Mend “deplora” gli attacchi contro i cristiani e le esecuzioni sommarie che hanno già causato oltre 600 morti negli stati del Nord del Paese.
“Solo due persone negozieranno con il governo la pace nella regione del delta” dice Jomo Gbomo.
Sono cessati questa mattina a Maiduguri gli scontri tra gli aderenti alla setta radicale islamica Boko Haram (Istruzione Vietata), che dichiara di battersi per l’introduzione della legge islamica e contro un modello culturale di tipo occidentale, e l’esercito e la polizia nigeriana.
La violenza è iniziata domenica, quando gli aderenti alla setta hanno attaccato una stazione di polizia a Bauchi, capitale dell’omonimo Stato, lasciando sul terreno decine di morti.
Gli scontri, molto violenti e spesso con esecuzioni sommarie, hanno coinvolto la comunità cristiana con attacchi ai luoghi di culto e già causato oltre 600 morti in cinque stati del Nord della Nigeria a maggioranza islamica: Yobe, Kano, Borno, Plateau e Bauchi.
In questi Stati è in vigore la Sharia, ma la storia della Nigeria, divisa quasi al 50% tra musulmani al nord e cristiani al sud, non vede episodi importanti di violenza tra le due comunità. La setta Boko Haram sembra avere rapporti con i talebani in Afghanistan ed è attiva in Nigeria dal 2004.
Questa mattina, con un comunicato del suo portavoce Jomo Gbomo, il Mend ha fatto conoscere la posizione del gruppo sugli scontri che stanno avvenendo nei cinque Stati del Nord.
“Il Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend) deplora le arbitrarie distruzioni della vita e dei luoghi di culto cristiani che è in corso nella parte settentrionale della Nigeria da parte dei fondamentalisti islamici.
Il Mend condanna anche le esecuzioni, da parte delle forze armate del governo, degli uomini che si arrendono o vengono catturati.
Se attacchi così assurdi fossero avvenuti nella regione del delta del Niger, la macchina militare sarebbe stato chiamata a occupare e saccheggiare intere comunità dopo bombardamenti aerei indiscriminati.
E’ per il Nord della Nigeria, che i militari della JTF che terrorizzano la regione del delta del Niger, dovrebbero spendere la loro energia, le risorse e le operazioni di propaganda perché la JTF (le forze speciali dell’esercito nigeriano) condivide le stesse modalità di funzionamento e di linguaggio con il terrorismo islamico.
La minaccia per la Nigeria, come abbiamo ribadito tante volte, non proviene dai militanti combattenti per la libertà che vogliono un ambiente migliore e equità per le comunità dove si estrae petrolio, ma da leader corrotti, dal tribalismo, dal terrorismo dei fondamentalisti islamici, dalla mancanza di una politica federale, dall’ingiusto sviluppo industriale, dalle istituzioni e altre amenità.
Cogliamo l’occasione per negare le dichiarazioni di alcuni gruppi, che non sono nostri affiliati, di essere stati scelti per far parte del team che è stato costituito per negoziare con il governo.
Sono in corso consultazioni tra Henry Okah e vari campi e poichè le nostre richieste non sono complesse, il gruppo “Aronne” (così è stato denominato dal Mend il gruppo dei negoziatori) sarà limitato a solo due persone per evitare di apparire come un gruppo di esecutori che sta andando al circo”.