Il JRC (Joint Revolutionary Council) che comprende il Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend), il Reformed Niger Delta People’s Volunteer Force (NDPVF) e la Martyrs Brigade, con un comunicato del suo portavoce Cynthia Whyte, ha rigettato l’offerta di amnistia del governo. “La lotta armata nel delta continuerà”
Continuano le reazioni all’offerta di amnistia lanciata giovedì scorso dal Presidente nigeriano Yar’Adua. Nonostante che molti giornali locali stiano enfatizzando l’accettazione, di questo o quel presunto capo militante, di deporre le armi, continuano ad arrivare segnali negativi dai principali gruppi combattenti. Dopo la reazione negativa del Mend arriva anche il comunicato di quello che sin dal 2006 è stato l’ombrello dei “combattenti per la libertà”.
Cynthia Whyte, portavoce per il JRC (Joint Revolutionary Council) che comprende il Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend), il Reformed Niger Delta People’s Volunteer Force (NDPVF) e la Martyrs Brigade con un comunicato,pubblicato da SaharaReporters ha rigettato l’offerta del governo.
Il comunicato del JRC : “Voglio annunciare una completa dissociazione del Joint Revolutionary Council (JRC) dall’amnistia elargita da Umar Yar’Adua anche se riconosciamo che sarà di grande aiuto per soccorrere i banditi e i criminali che hanno rinnegato la lotta.
“Questa cosiddetta amnistia è l’ultima di una serie di “cavalli di Troia” donati al popolo del delta del Niger per consentire un accesso agevole al petrolio nelle nostre comunità.
“Altri includono la Niger Delta Development Commission (Commissione per lo sviluppo del Niger Delta), che era destinata al fallimento dalla nascita e il Ministero del Delta del Niger con sede ad Abuja .
“La giunta Yar’Adua ha fallito con il popolo degli Ijaw e la regione del Delta del Niger, anche se riconosciamo che i cittadini della regione costituiscono oggi uno dei suoi maggiori problemi.
“Elementi che fungono da quinte colonne, leader politici incompetenti e completamente stupidi hanno danneggiato la mente della gente” Il comunicato è firmato da Cynthia Whyte.
Difficile capire cosa succederà in questi mesi e se ci sono ancora margini per la trattativa. Certo è che il progetto di amnistia, come preludio ad un progetto di pace della regione, senza l’adesione dei gruppi armati più politicizzati che stanno portando avanti le rivendicazioni delle popolazioni locali attraverso gli attacchi alle installazioni petrolifere, è un progetto dal futuro piuttosto incerto. Intanto il Governo ha preso tempo annunciando che al momento Henry Okah non può essere rilasciato perché nel suo arresto sono coinvolti l’Angola e la Guinea Equatoriale e quindi il presidente prima di poterlo liberare deve avviare consultazioni con questi paesi. Praticamente se il Mend non accetta l’amnistia Henry Okah resterà in galera sembra essere il messaggio inviato ai combattenti.