Prosegue l’uragano “Piper Alpha”, la guerra dichiarata dal Mend agli impianti petroliferi del delta del Niger. Dopo i devastanti attacchi dei giorni scorsi agli impianti nel Delta State della Chevron, da ieri gli attacchi, come anticipato dal gruppo ribelle si sono estesi allo Stato di Bayelsa. Dopo l’attacco alla Shell questa notte i militanti hanno distrutto un importante oleodotto dell’Agip (Eni). L’Eni conferma e dichiara la perdita di 33 mila barili al giorno. La JTF nega l’attacco.
Attaccato un impianto Agip nella regione di Bayelsa, nel sud della Nigeria. La responsabilità dell’azione è stata rivendicata dal Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger. Un comunicato ha annunciato che ” l’oleodotto è stato distrutto ”.
Il Mend aveva esortato le numerose compagnie petrolifere straniere che operano nel delta del Niger a evacuare il loro personale dopo che il 7 giugno scorso, i ribelli avevano proclamato la ”guerra del petrolio”. Dopo l’evacuazione del personale deciso ed attuato dalla Chevron mercoledì 17 il gruppo aveva esortato le altre compagnie a seguirne l’esempio per evitare il rischio di vittime civili.
In una nota diffusa dalla società del cane a sei zampe si informa che durante la notte tra il 18 e il 19 giugno è stato sabotato l’Ogoda Manifold Brass Terminal lungo la linea 24″ a circa 10 chilometri da Brass. Al momento, aggiunge il comunicato dell’ Eni, si registra la perdita totale di 33 mila barili di greggio al giorno di cui 6 mila in quota Eni. Perduti anche 2 milioni di metri cubi di gas al giorno di cui 437 mila spettanti alla società italiana.
Fantasiosa e ridicola, dopo il comunicato dell’ENI, la versione dell’esercito nigeriano. La JTF in una lunga dichiarazione firmata dal suo “solito”, sempre più screditato portavoce, Colonnello Rabe Abubakar – puntualmente riportata dal Vanguard – ha negato anche l’affermazione che una linea dell’Agip è stata fatta esplodere dai militanti.
Secondo lui, i militanti hanno attaccato la base militare di Obioku ed erano alla ricerca di armi e munizioni in seguito al blocco delle vie solitamente utilizzata per il contrabbando e la fornitura illegale di armi.
“L’attacco – secondo Abubakar – è stato pessimo e pesanti perdite sono state inflitte agli attaccanti che sono stati costretti a fuggire. Non ci sono state vittime da parte nostra né tra i membri del corpo di guardia alle strutture. Le strutture dell’Agip sono garantite al cento per cento”. “C’è stato un attacco e lo abbiamo respinto”. Chissà cosa ne pensano di queste affermazioni i vertici della compagnia petrolifera di stato.
Puntuale il comunicato di rivendicazione del Mend, pubblicato integralmente da Saharareporters:
“Un importante oleodotto che fornisce greggio per l’esportazione al terminale di Brass è stato fatto esplodere a Nembe Creek nello Stato di Bayelsa questa mattina Venerdì, 19 giugno 2009 verso le h.3.00 da combattenti pesantemente armati del Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend) .
Il gasdotto appartiene all’ Agip (ENI). I nostri combattenti hanno intercettato un’imbarcazione militare e tutti i sette soldati a bordo sono stati disarmati. Le armi a bordo sono state prese dai combattenti e l’imbarcazione è stata fata esplodere.
I soldati hanno chiesto di essere risparmiati e lo abbiamo fatto”. Nel comunicato del Mend, firmato dal portavoce Jomo Gbomo, anche un appello alla popolazione per identificare i due fratelli uccisi barbaramente dall’esercito e ripresi da un video.
“Vogliamo approfittare di questa occasione per chiedere alla popolazione tra Bonny e Port Harcourt di guardare il video delle uccisioni extra giudiziarie da parte della JTF di Boma e di suo fratello su You Tube per rintracciare la famiglia e gli amici in modo che denuncino gli autori del reato che la JTF sta cercando di insabbiare”.
Più o meno un anno fa, le strutture di pompaggio dello stesso impianto Agip (Eni) furono danneggiate e tratti dell’oleodotto fatti esplodere. La comunità Ijaw spiegò che l’azione di forza era stata decisa per protestare contro le condizioni di vita della popolazione.
Vedi anche:
Il Mend attacca l’oleodotto dell’Eni
di Enzo Mangini su Carta.
Non male informata, ma meschina. Nessuno fa un approfondimento e quindi si “bevono” i comunicati stampa (palesemente falsi) del portavoce della JTF (vedi sopra) o parlano per “sentito” dire sempre attenti a non “disturbare”. Questa mattina dell’attacco agli impianti dell’ENI non si trova traccia sulla stampa italiana, a parte due righe del Manifesto e l’articolo di Enzo Mangini su Carta. Quanto al Vaticano che cosa ti vuoi aspettare. Si contraddicono da soli. Il Vescovo di Warri ha dichiarato a Report che il Mend è un movimento di liberazione che ha il sostegno della popolazione del delta, mentre la voce ufficiale del Vaticano li bolla come “criminali”. Tipico della chiesa. Non vedo non sento non parlo, anche se so quello che sta accadendo.
La Radio vaticana (vedi: Portametronia articolo del 27 maggio) ha trasmesso il 27 maggio un comunicato “La Commissione episcopale nigeriana (Cbcn) ha creato un fondo speciale per sostenere le popolazioni del Delta del Niger, nel sud della Nigeria. Si intende così dare un aiuto ai civili che stanno pagando il prezzo più alto a causa della vasta offensiva militare lanciata nelle scorse settimane nella ricca regione petrolifera del Paese africana. Parlando con l’agenzia di stampa ufficiale ‘Nan’, mons. Felix Alaba Adeosin Job, arcivescovo della diocesi di Ibadan e presidente della Conferenza episcopale, ha fatto sapere di aver inviato una lettera a tutte le diocesi e arcidiocesi dello Stato chiedendo di raccogliere i fondi delle offerte di domenica scorsa e di far confluire il denaro all’Ufficio per lo sviluppo e la pace del segretariato cattolico. La somma – fa sapere l’arcivescovo – sarà utilizzata per acquistare materiale di prima necessità, inclusi alimenti e abiti, da inviare alla popolazione delle zone colpite dalla crisi armata. Fondi speciali – rende noto l’agenzia Misna – verranno inoltre stanziati per gli sfollati e per gli orfani o le vedove che il conflitto rischia, immancabilmente, di provocare. “Sappiamo delle tensioni che ci sono nel Delta del Niger – ha detto l’arcivescovo – e non vogliamo entrare nel merito della questione”. “Vogliamo assistere i nostri fratelli e le nostre sorelle che in questo difficile momento hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile”.
Insomma, ipocriti fino in fondo, la cosa giusta la dice l’arcivescovo:“Sappiamo delle tensioni che ci sono nel Delta del Niger e non vogliamo entrare nel merito della questione”. Questa è la posizione della chiesa: Sappiamo ma non vogliamo entrare nel merito. L’hanno sempre fatto!
Signor Dominici la invito a dare uno sguardo al sito del FIDES ( agenzia stampa vaticana), tanto per capire con quanta superficialità viene trattato il discorso del MEND ,accusato di essere un organizzazione criminale che ” risponde alla violenza con altra brutale violenza” ( il solito credo cristiano del “ribellarsi è sempre condannabile”). Inoltre vorrei segnalare che la stampa cosiddetta ” ufficiale” ha inaugurato la tendenza a bollare il Mend come ” movimento indipendendista”. La solita, distorta, informazione di regime ( oltretutto male informata)..
La saluto..