Delta del Niger: Scade stanotte l’ultimatum del Mend alle compagnie petrolifere.

lunedì 8 giugno 2009 → 21:25 in Nigeria

Scade a mezzanotte l’ultimo avviso del Mend alle compagnie petrolifere “ non vogliamo causare vittime civili, via i lavoratori dagli impianti”. Prosegue intanto l’offensiva della JTF contro i militanti. Jomo Gbomo scrive al Presidente Yar’Adua: “La militanza esiste perché c’è l’ingiustizia. Solo il federalismo fiscale e il rilascio di Henry Okah possono far tacere le armi”.
Militanti del MendIl balletto dei comunicati è iniziato venerdì scorso, quando il Mend, con un’email firmata dal portavoce Jomo Gbomo, denunciava l’arresto di tre giovani ex leader del Ijaw Youth Council (IYC): “”Come parte di uno sforzo del governo per reprimere il dissenso politico sono in corso attacchi militari su obiettivi civili nelle comunità dove si estrae il petrolio e diversi giovani leader vengono arrestati dai militari della Joint Task Force nel delta del Niger”.
“Tre ex leader del Ijaw Youth Council (IYC), il Dr. Felix Tuodolor, Jonjon Oyiefie e Famous Daunemiegha sono stati arrestati nello Stato di Bayelsa con l’accusa di tentato omicidio”.
“I tre uomini sono attualmente detenuti a Yenagoa e sono stati tenuti in isolamento, senza la possibilità di vedere i loro avvocati”.
“Alcuni militari che simpatizzano con la nostra lotta ci hanno detto che potrebbero essere uccisi con la scusa che hanno cercato di scappare”.
Nell’ultimo periodo, come ha denunciato anche Amnesty International, sono almeno tre i casi di leader militanti arrestati dalla JTF e uccisi successivamente mentre “tentavano di scappare”.
Nello stesso comunicato Jomo Gbomo si rivolge direttamente al Presidente Yar’Adua per spiegare le ragioni per cui il Movimento per l’emancipazione del delta del Niger rifiuta l’offerta di amnistia. “Se non si apre un tavolo di negoziato che affronti alla radice il problema delle popolazioni del delta stiamo solo sprecando tempo. La militanza esiste perché c’è l’ingiustizia, solo il federalismo fiscale può far tacere le armi (oltre al rilascio di Henry Okah)”. “Noi non siamo intimiditi dalla forza del vostro esercito (JTF) o impressionati dalle sue recenti “vittorie” in quanto non hanno vinto una guerra. Gli americani possono parlarvi della loro esperienza in Vietnam”.
Sabato con un’altra mail inviata a diversi organi d’informazione, il Mend lanciato un ultimatum che scadrà stasera «verso mezzanotte». “Questo è l’ultimo avvertimento del Mend-si legge nel comunicato- ai lavoratori locali e stranieri delle aziende petrolifere e alle società di esplorazione perché lascino la regione entro le prossime 72 ore a causa di un attacco imminente». L’operazione è stata denominata ‘Uragano Piper Alpha’ e “non farà distinzioni tra tribù, nazionalità o razza quando si abbatterà sulla regione” ha assicurato il Mend, che fa anche notare come «gli uragani siano per loro stessa natura imprevedibili».
“Molti potrebbero chiedersi se questo avvertimento non sia un falso allarme, perchè così perdiamo l’elemento sorpresa, ma a differenza dell’esercito nigeriano, il Mend vuole evitare vittime civili”.
Dopo che nel mese di maggio si sono verificati numerosi scontri tra la Joint Task Force dell’esercito nigeriano ed i militanti del Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger (MEND), vedremo come si comporteranno ora le grandi multinazionali del petrolio.
La discontinua linea politica adottata finora dalla debole presidenza Yar’Adua non sembra assolutamente in grado di garantire una stabilità di lungo periodo nella regione, senza una vera trattativa di pace in corso e con una guerra a bassa intensità opportunamente occultata ai media.
In risposta all’offensiva dell’esercito contro i militanti iniziata il 13 maggio i militanti del MEND, il 24 maggio hanno fatto esplodere un complesso petrolifero della Chevron a Abiteye, nell’area sud-ovest della provincia di Warri. L’attacco ha provocato un taglio nella produzione di 100.000 barili al giorno, di cui 50.000 di proprietà dell’ Eni. Il MEND ha inoltre rivendicato la distruzione di un altro oledotto gestito dalla Total, vicino Amena. La compagnia francese ha dichiarato che l’attacco è stato respinto dall’esercito e non avrebbe provocato conseguenze rilevanti.
Quali sviluppi possa portare questa situazione, in un paese quasi totalmente dipendente dai proventi del greggio degli Stati del delta è facile prevederlo. Già oggi la Nigeria a causa degli attacchi agli impianti sta perdendo quasi un milione di barili al giorno, e la JTF non appare in grado di controllare gli impianti, gli oleodotti e i gasdotti in un dedalo di fiumi e corsi d’acqua perfettamente conosciuti dalla popolazione e dove la maggioranza dei militanti è nata e cresciuta.

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