Mend attacca due basi della JTF. Sequestrata la MV Spirit con 15 stranieri a bordo.

giovedì 14 maggio 2009 → 16:06 in Nigeria

Il Mend ha annunciato stamattina di aver compiuto due attacchi simultanei contro basi della marina nigeriana, come risposta alle incursioni dell’esercito avvenute ieri. Confermato il sequestro di 15 cittadini stranieri a bordo della motonave MV Spirit.
NIGERIAI ribelli, in un comunicato diffuso oggi alle agenzie internazionali, hanno fatto sapere di aver distrutto numerose imbarcazioni della forza congiunta polizia-esercito (JTF) che opera nel delta del Niger , senza fare vittime, in un’operazione denominata “Pearl Harbour”.
JTF portavoce,Il colonnello Abubakar, portavoce della JTF ha dichiarato che “I militanti, senza alcuna proviocazione hanno lanciato due attacchi simultanei al nostro personale nelle insenature, vicino Escravos “.
“L’imboscata dei militanti ha avuto luogo verso mezzogiorno. Questo ha portato ad uno scontro a fuoco tra le nostre truppe ed i militanti che ha effettuato l’attacco solo per mostrare al mondo che sono ancora forti e che bisogna fare i conti con loro”.
“I soldati feriti sono stati portati in un ospedale a Warri per essere curati, nessuno ha perso la vita e tutte le nostre attrezzature comprese le imbarcazioni sono intatte”.
Intanto il Mend ha prorogato di 24 ore l’ulimatum alle compagnie petrolifere straniere “Dopo avere esaminato la richiesta di avere più tempo fatta da alcune compagnie, estenderemo il nostro ultimatum di altre 48 ore per permettere di completare l’evacuazione del personale – si legge nella nota inviata dal portavoce del Mend, Jomo Gbomo – Dalla mezzanotte di sabato 16 maggio, l’intera regione del Delta sarà dichiarata no-fly zone per elicotteri ed aerei che operano per le compagnie petrolifere”.
Sequestrati lavoratori stranieri
Nel frattempo, il quotidiano nigeriano ‘Vanguard’ scrive che un’imbarcazione con non meno di 20 lavoratori stranieri a bordo, la motonave MV Spirit, è stata attaccata ieri sera da un gruppo di militanti nello stato del Delta.
Nell’abbordaggio, i sei militari della scorta sono stati feriti e i lavoratori stranieri sequestrati e portati presumibilmente in alcuni campi dei militanti.
In un primo momento, il ‘Vanguard’ aveva riferito che l’attacco non sembrava essere collegato ai nuovi combattimenti tra esercito e Mend, ma sembra tuttavia che i lavoratori siano stati presi in ostaggio per essere usati come scudi umani e prevenire ulteriori attacchi dell’esercito contro i campi dei ribelli.
In un secondo comunicato giunto oggi alle agenzie, il Mend ha confermato il sequestro di 15 cittadini stranieri a bordo della motonave Spirit.Al momento è ancora sconosciuta la nazionalità dei rapiti.
Il solito Portavoce della JTF, Rabe Abubakar, ha confermato la scorsa notte al Vanguard che alcuni stranieri sono stati presi in ostaggio e che la JTF ha mobilitato i sui effettivi in tutta l’area. Abubakar ha affermato che i militanti hanno sequestrato una nave da carico e il suo equipaggio, insieme con un’altra nave carica di benzina, appartenente alla Nigeria National Petroleum Corporation.
Il Delta del Niger (grande poco più della Scozia) è composto da nove stati (Abia, Akwa Ibom, Bayelsa, Cross River, Delta, Edo, Imo, Ondo e Rivers), ed è la cassaforte del petrolio in Nigeria, ottavo esportatore mondiale e primo produttore dell’Africa sub-sahariana insieme all’Angola.
La sua importanza per tutto la Nigeria è fondamentale: il petrolio è infatti responsabile del 95% delle esportazioni e i proventi della sua vendita contribuiscono per l’80% al prodotto interno lordo nazionale.
Ma, dopo oltre 30 anni di estrazioni, da cui il paese ha guadagnato più di 300 miliardi di dollari, la popolazione della regione del Delta vive ancora con meno di un dollaro al giorno, soprattutto a causa del susseguirsi di amministrazioni corrotte e incompetenti, che non si sono preoccupate di risolvere il problema della carenza di infrastrutture e della disoccupazione.
Una situazione che ha alimentato le rivendicazioni di attivisti e di gruppi militanti armati, che nel corso degli ultimi anni hanno moltiplicato le proprie richieste, a partire da una più equa ripartizione dei proventi del greggio.

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