Un week-end all’insegna del tempo variabile a riscoprire le origini di San Quirico a Vitozza.
Una gita che come vedrete anche dalle foto (non tutte mie) è all’insegna del tempo assolutamente variabile. Ne ho approfittato per ri-visitare Vitozza (a 2 chilometri da San Quirico, ora c’è il parco e un bel sentiero) e per acquistare dell’ottimo formaggio in un’azienda agricola.
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Chiamato anticamente San Quirichino per distinguerlo da San Quirico d’Orcia, il paese inizia a popolarsi all’inizio del 700 quando nell’area in cui si estendeva un podere granducale di probabili origini seicentesche fu costruita la chiesa che all’inizio era praticamente una cappella rurale.
Alla fine del Settecento inizia l’espansione dell’abitato di San Quirico a seguito del definitivo abbandono della città rupestre di Vitozza.
Dunque, che dire di Vitozza: L’antica città di Vitozza sorse in epoca medievale, quasi sicuramente alla fine dell’XI secolo, attorno al castello edificato dalla famiglia Aldobrandeschi. La struttura castellana venne costruita nel cuore di un insediamento rupestre che risultava abitato molto probabilmente, già in epoca etrusco-romana, si tratta del più vasto e importante dell’Italia centrale, costituito da più di 200 grotte adibite fin da epoca medioevale ad abitazioni. Fra le varie grotte ci sono alcuni colombari d’età romana, che durante il Medioevo erano presumibilmente destinati all’allevamento dei piccioni, pratica molto diffusa nel territorio.
Nella prima metà del Duecento il centro passò temporaneamente prima sotto il controllo di Orvieto e poi della famiglia Baschi, che nella parte orientale della provincia di Grosseto possedeva numerosi beni, prima di essere ripreso nuovamente dagli Aldobrandeschi ed inserito nel territorio della Contea di Sovana nel 1274, anno della spartizione dei beni della famiglia.
Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, il luogo venne conquistato dai Senesi che lo inglobarono nella Repubblica di Siena e lo controllarono, nonostante le numerose contese, fino alla metà del Quattrocento. Successivamente, Vitozza entrò a far parte della Contea degli Orsini, all’interno della quale rivestiva fondamentale importanza; tuttavia, in seguito si verificò un progressivo abbandono del nucleo castellano e delle sue strutture difensive per cause ancora ignote, che in seguito causò un lunghissimo ed inesorabile declino.
L’insediamento rupestre di Vitozza, pur vedendo migrare gradualmente la popolazione verso San Quirico, fu abitato fino a quasi tutto il Settecento. Nel 1783 i Lorena ne censirono la popolazione residente; all’entrata di alcune grotte è presente un pannello descrittivo che indica anche i nomi delle persone o delle famiglie che vi abitavano all’epoca del suddetto censimento.
Il definitivo abbandono delle grotte avvenne appunto alla fine del Settecento.
Le grotte adibite ad usi abitativi si estendono lungo i sentieri che attraversano il bosco che domina l’alta valle del fiume Lente, risalendola fino alla sua sorgente; alcune risultano piuttosto ravvicinate tra loro, mentre altre tendono ad essere più isolate.
Giungendo da San Quirico, si incontrano per un lungo tratto del sentiero tre varianti diverse di grotte.
Un primo gruppo è caratterizzato da grotte con aperture rettangolari che spesso sono disposte su più livelli collegati tra loro da scalette e passaggi, con le abitazioni collocate ai livelli superiori e i ricoveri degli animali a quelli inferiori.
Un secondo gruppo di grotte presenta piante rettangolari con strutture destinate ad ospitare gli animali.
Una terza tipologia di grotte era adibita ad usi misti: esse si caratterizzano per un’apertura ad arco, una pianta culminante con un settore a forma circolare e maggiori rifiniture.
Oggi Vitozza è facilmente visitabile grazie a recenti opere di restauro e ad un’ottima segnaletica.
..bisss
certo che l’ho letto sennò ce lo sai che se offenne 🙂
Si diceva col gaglioffo appunto di fare una gita di una giornata con puntatina alle terme…noi saremo a Roma la prossima settimana e si potrebbe cogliere l’occasione, o lì o Stigliano, fate vobis.
aho, annamo a riscoprì le origini di S. Quirico! ma ‘nnai letto er diario der turista pe caso??
Aho’ ma un giro a Vitozza con Terme di Stigliano comprese?