“Mio marito è gravemente malato ma nessuno lo cura”. Appello alla comunità internazionale di Azuka Okah, la moglie del presunto leader del Mend.
Henry Okah, ha espresso il timore che potrebbe morire in carcere prima del 29 gennaio 2009, quando è fissata la prossima udienza del suo caso. Lo ha detto, in un appello lanciato il giorno di Natale, sua moglie Azuka Okah.
La signora nell’appello intitolato: “Il deterioramento dello stato di salute di Henry Okah”, ha dichiarato che i reni del marito sono bloccati e ha invitato la comunità internazionale, le associazioni per diritti civili e per la difesa dei diritti umani oltre alle Nazioni Unite di fare pressioni sul Governo Federale per consentire ad uno specialista di visitarlo e di farlo operare in una struttura adeguata.
Azuka Okah ha detto che “Henry è potuto a malapena arrivare nella sala del tribunale nell’ultima udienza, poi sospesa, del 19 dicembre 2008, era fragile, debole e aveva vomitato per tutta la notte del 18 dicembre 2008. Okah ha espresso dubbi dicendo che può morire in prigione prima della prossima udienza in tribunale, se non verrà curato immediatamente”.
“Io lancio un appello alla comunità internazionale, alle organizzazioni umanitarie, dei diritti civili e alle Nazioni Unite di intervenire per difendere i diritti di mio marito, Henry Okah, di essere sottoposto a trattamenti medici specialistici in una qualsiasi parte del mondo prima che i suoi reni si blocchino. Già prima del suo arresto, stava curando i reni in Sud Africa “.
“Il governo nigeriano detiene Henry Okah, un attivista del Delta del Niger, in una cella nel sotterraneo di una caserma dal 4 febbraio 2008 dopo la sua estradizione illegale dall’ Angola alla Nigeria per affrontare un’accusa di tradimento”.
“A mio marito sono state rifiutate le cure mediche ed è stato sottoposto a restrizioni inumane che hanno peggiorato la sua malattia renale. Nonostante che l’urologo che lo ha visitato per conto del Governo ha raccomandato un intervento chirurgico urgente per Henry dopo una serie esami ai reni nulla è stato fatto”