“Abbiamo dichiarato la tregua dopo una richiesta da parte degli anziani che guidano le comunità del Delta del Niger” ha detto il portavoce del Mend. La tregua arriva dopo che le comunità del Delta avevano accusato i soldati di massacro. “Ma quali militanti del Mend, sabato 13 la JTF ha ucciso più di 30 civili e raso al suolo sette nostri villaggi”. Un operatore della Croce Rossa nigeriana:”ci sono molte vittime civili e almeno 20.000 abitanti sono dovuti scappare”.
A cura di
Edo Dominici
21 Settembre 2008
“A partire dall’una del 21 settembre 2008, esattamente una settimana da quando abbiamo lanciato la nostra rappresaglia, il Mend inizierà una tregua unilaterale fino a nuovo avviso,” lo ha annunciato il Movimento per l’emancipazione del delta del Niger in una dichiarazione.
Il portavoce del Mend avverte anche che interromperà nuovamente la tregua se ci saranno nuovi attacchi dei militari della JTF.
“Ci auguriamo che i militari abbiano imparato l’amara lezione” ha detto Jomo Gbomo nella dichiarazione. “Un altro attacco darà il via ad una nuova guerra del petrolio”.
Il cessate-il-fuoco unilaterale arriva dopo una settimana di scontri con i militari e di attacchi alle installazioni petrolifere che hanno ridotto la produzione del principale esportatore africano di “oro nero”.
Il Mend ha detto di aver preso la decisione dopo una richiesta da parte degli anziani che guidano le comunità del Delta del Niger, ma ha avvertito che ricomincerà la propria offensiva se verrà attaccato dalle forze di sicurezza, e che altri gruppi alleati potrebbero non rispettare la tregua.
Il comunicato arriva quando si va delineando un’altra verità sull’offensiva dell’esercito contro i campi dei militanti nella zona di Tombia nello Stato del Rivers che ha scatenato la reazione del Mend e l’immediata dichiarazione della “Oil War- la guerra del petrolio” nella zona del Delta.
Gli attacchi partiti immediatamente si sono intensificati in questi giorni, danneggiando in maniera rilevante la produzione petrolifera della Nigeria, che incide per oltre il 90% sulle entrate del gigante africano con i suoi 150 milioni di abitanti.
Secondo gli osservatori locali anche in una regione come il delta del Niger dove i conflitti durano da 50 anni questi sette giorni sono sicuramente tra i più sanguinosi che si ricordino, con decine di vittime civili e molti altri feriti o sfollati, per gli scontri nello Stato del Rivers tra le forze militari e combattenti ribelli.
Gli scontri – presumibilmente i più pesanti nella regione negli ultimi due anni – sono stati innescati il 13 settembre, quando le forze di sicurezza governative avrebbero raso al suolo i villaggi di Soku, Kula, e Tombia, nel Rivers State mentre secondo osservatori locali stavano tentando di catturare Farah Dagogo, un membro del gruppo ribelle del Movimento per il l’emancipazione del Delta del Niger (Mend). I civili sarebbero rimasti coinvolti nella battaglia.
Chika Onah, un operatore della Croce Rossa Nigeriana che presta il suo servizio a Port Harcourt ha detto alle agenzie:
“Ci sono difficoltà per contattare le zone colpite, ci dicono che due dei villaggi sono stati rasi al suolo, e c’è un urgente bisogno di squadre di medici lì, ma per noi non è stato possibile andare”.
“A causa degli scontri è stato tagliato l’accesso a quella parte dello Stato del Rivers, il che rende difficile mandare gli aiuti, secondo la nostra stima 20.000 abitanti in tre città sono dovuti scappare”.
Onah ha detto alla IRIN che il numero delle vittime civile è elevato:” La popolazione civile non può non soffrire in questo tipo di attacco”
Sofiri Joad Peterside un attivista dei diritti umani nel Delta ha detto all’ IRIN, che la violenza ha colpito direttamente i civili: “”Il centro del violento attacco era pieno di civili. Viviamo in aree fluviali e in ogni zona fluviale dove c’è la foresta e si può pescare c’è una comunità”.
Il portavoce dell’esercito nigeriano, Emeka Onwuamaegbu, ha detto che i militari non hanno effettuato una vera e propria offensiva. “Stiamo usando la forza al minimo per affrontare la situazione … non possiamo andare tutti a uccidere la nostra gente. Possiamo?” Bella domanda aggiungo, che mi pongo anch’io
Sabato (ieri) il Tombia Council of Chiefs (Consiglio dei Capi di Tombia) ha inviato una petizione al Presidente e all’Assemblea Nazionale richiedendo un commissione per indagare sulla distruzione di sette loro villaggi e sull’uccisione di oltre 30 persone da parte della Joint Military Task Force (JTF) sabato 13.
Centinaia di residenti di Tombia sono fuggiti dalla comunità, dopo le voci che la JTF stava pianificado ulteriori attacchi nella zona.
L’attacco alle sette comunità di Tombia, vale a dire Elem-Tombia, Ogboma, Elem-Bekinkiri, Oloko, Iyalla-Ama, Alapuminjibiri e Mbiakafimimo effettuato sabato scorso dalla JTF è quello che ha innescato la recente ondata di attentati alle installazioni petrolifere da parte del Mend.
Nella petizione firmata dal presidente del Consiglio di Tombia e dal segretario, Lucas Aluye-Benibo e Daye Ikiroma-Owiye, si scrive che “ le persone di Tombia ora vivono nella paura costante di quello che sembra essere un piano concertato per il sistematico sterminio del loro popolo”.
I capi hanno spiegato che lo scorso Sabato, 20 motovedette della JTF, due elicotteri e diverse imbarcazioni con motori fuoribordo sono state utilizzate nella comunità colpite per le operazioni. Durante il raid, oltre 30 persone sono morte, mentre molte case sono state rase al suolo e depredate di tutto.
Secondo loro, “il fiume è ora pieno di cadaveri che non possono essere recuperati per dargli sepoltura per timore di essere aggrediti dalla JTF”.
I capi locali hanno definito l’affermazione della JTF che i militanti della zona avrebbero aperto il fuoco contro di loro “una cosa assurda”, insistendo sul fatto che le comunità colpite sono principalmente abitate da pescatori e donne con i loro figli, la maggior parte dei quali sono stati uccisi durante gli attacchi aerei e marini da parte dei militari.
“Se le forze di sicurezza nigeriane cercano ovunque i militanti del Delta del Niger, le cui attività sono anche loro una fonte di preoccupazione per la società civile, non lo facciano mutilando e uccidendo i membri della società civile che sono tenuti a proteggere”, ha detto il leader di Tombia.
“Si è diffusa la voce dai quartieri militari che il prossimo luogo che sarà attaccato dalla JTF sarebbe la città di Tombia e i suoi insediamenti. Le nostra gente ha iniziato a fuggire dalla comunità per paura di essere uccisi dalle forze di sicurezza nigeriane”, hanno detto.
I Capi richiedono l’intervento della Presidenza e dell’Assemblea nazionale per salvare le loro vite e le loro proprietà.
Nonostante l’avversione degli anziani capivillaggio verso il Mend composto soprattutto da giovani del Delta che rifiutano ormai di obbedire agli anziani la petizione del Consiglio dei Capi di Tombia sembra confermare che è stato l’esercito nigeriano ad innescare con un proditorio attacco quanto stava accedendo in questi giorni.
Il pugno duro del Governo sembrava avere come unico effetto quello di coalizzare la popolazione del Delta più moderata con i gruppi combattenti. Dai gruppi militanti ai leader moderati che non accettano più questa situazione per arrivare ai gruppi non politicizzati e criminali, tutti sembrano seguire le indicazioni del Mend.
Ora arriva questa nuova tregua e un’altra occasione per risolvere pacificamente il conflitto. Sulla tregua dichiarata dal Mend ha probabilmente pesato la decisione del tribunale di Jos che ha consentito ad Henry Okah di sottoporsi a cure specialistiche per una grave malattia ai reni. Secondo alcuni osservatori locali al leader del Mend potrebbe essere consentito di curarsi all’estero.
Edu: crea un sito tuo (è semplice) dedicato al MEND ed altro che ti pare, ma almeno sei libero. Ne vale la pena. Chi vorrà ti seguirà liberamente.
Un saluto
Per fare una corretta informazione ed evitare che qualcuno possa pensare che il “simpatizzo” con i ribbelli via llego l’informazione “indipendente”
Nigeria, il sequestro finisce nel sangue
Repubblica — 23 novembre 2006 pagina 5 sezione: POLITICA ESTERA
È finito nel sangue il blitz per liberare i sette tecnici petroliferi sequestrati in Nigeria. Un cittadino britannico è morto, un italiano, Pietro Caputo, è rimasto ferito anche se non è in pericolo di vita, tra le vittime ci sono anche un soldato e due uomini del commando. Gli altri tecnici invece sono stati liberati. Tutti lavoravano per la Saipem, una società del gruppo Eni. «Durante il tentativo della marina militare di liberare gli ostaggi è avvenuto un conflitto a fuoco nel quale è morto un ostaggio mentre gli altri sei sono stati liberati e portati al sicuro», ha spiegato l’ Eni. Si tratta di due finlandesi, un polacco, un romeno e un filippino. Secondo la ricostruzione fatta invece da un portavoce del Mend, il gruppo che ha rivendicato diversi sequestri nella zona: i sequestratori sono stati intercettati da una motovedetta nigeriana che ha aperto il fuoco. «Uno degli stranieri è morto e un altro è stato ferito gravemente», ha detto. «Gli ostaggi sono stati abbandonati perché i sequestratori avevano poche munizioni e solo quattro fucili».
Dopo averlo visto accetto l’ironia…
Credo che ci sarà una pausa e trattative “sotterranee, vedremo. Molto dipenderà dalla sorte riservata ad Okah, per ora non trapela nulla.
Ho visto Pirati del XXI secolo…. Dipartimento di Stato – Disinformatia direbbero i sovietici.
Si mischia tutto per nascodere la realtà. Dai pirati in cerca di soldi al.. Mend (non a caso definiti …terroristi). Nessun approfondimento sui perchè e uso strumentale della televisione. Esempio: l’intervista a Cosma Russo, vengono estrapolate le frasi che “servono” all’intervistatore per dimostrare le sue tesi.
In realtà io quell’intervista l’ho vista tutta, se riesco prima o poi la metto sul sito. Russo (dipendente Eni) in quell’intervista diceva anche “questi ragazzi hanno le loro ragioni…le compagnie e il governo dovrebbero fare qualcosa per questa gente…ci danno acqua in bottiglia, non siamo in grado di bere l’acqua inquinata che bevono loro…
L’altro esempio “eclatante” è quando si parla dell’attacco alla Mistral (Agip) e si dice che nell’attacco un lavoratore è morto e uno è rimasto ferito e non si spiega altro.
Io su quella notizia ho scritto un articolo per ASud e per Carta, ve la riporto così com’era:
“22 Novembre 2006 – Attaccata nella notte la nave-piattaforma Mystras della Saipem (Eni) ad Okono 55 km. al largo di Port Harcourt, rapiti 7 tecnici della società, nel successivo scontro a fuoco con la marina nigeriana che li intercetta muoiono 4 persone, tra cui David Hunt il “production superintendent” britannico, un altro è gravemente ferito, mentre un tecnico italiano viene ferito in maniera definita non grave. Dalle testimonianze raccolte dal Corriere della Sera sembra che sia David Hunt ucciso che Mario Caputo ferito (perderà una mano) sono stati colpiti dai colpi sparati dalla motovedetta della Marina Nigeriana.
Hai capito come costruiscono un “reportage” con un nome esotico “Pirati del XXI secolo” .. per fare disinformatia e dismostrare che il “terrorismo” è dappertutto!!!
Attenzione in Nigeria dal Gennaio 2006 (quando è partita la lotta del Mend) ad oggi sono stati rapiti oltre 300 lavoratori stranieri, l’unico ostaggio rimasto ucciso è il povero ingegnere inglese (dipendente ENI ?) David Hunt.
A no dimenticavo. E’ stato ucciso anche un nigeriano dipendente della Shell, rimasto ucciso insieme a 50 militanti(!) che lo tenevano in ostaggio nel tentativo di liberazione da parte della JTF (le forze speciali addette al”petrolio”).
Capito perchè il presidente dell’ENI Scaroni tra Natale e Capodanno del 2006 mentre il Mend aveva in mano i 4 dipendenti dell’ENI, c’era anche un cuoco libanese oltre ai tre italiani, andò a Lagos ad incontrare il Presidente della Nigeria ? Per pregarlo e sollecitarlo a non intraprendere azioni di forza per tentare di liberare gli ostaggi!
Lo sò ..so stato lungo.
in realtà il mio commento era ironico…
perchè dici così..pensi che finirà tutto così brevemente?
Rai uno
Puntata del 21 settembre 2008Pirati del XXI secolo
di Giuseppe Solinas
Non l’ho visto (su che rete era, così lo recupero), il fatto che definisca il Mend un gruppo di pirati può significare due cose:
1) Il giornalista che lo ha fatto conosce solo superficialmente la realtà del Delta
2) E’ in mala fede o una le “veline” dei servizi.
Se poi er Milanese fa sti commenti è perchè non ha letto gli articoli pubblicati su questo sito, o no ?
A proposito vorrei farvi notare che sono l’unico (compresi i giornalisti, anche stranieri) che aveva pronosticato la possibilità di una tregua legandola al processo ad Okah. ( Andatevi a rileggere l’articolo del giorno prima del
processo e troverete la previsione.
Ciao belli. Mo vojo vede chi fa i post!
non mi dire che Edo non l’ha visto!!
veramente ieri sera ho visto in tv un servizio in cui il mend veniva definito una banda di pirati… 😉
oh no! poi inizia la serie “medici on mend”…
Meno male!