Distrutto un oleodotto della Shell nel Rivers. Attaccata piattaforma della Chevron. Rapito un altro cittadino britannico a Port Harcourt. Il Mend libera i due sudafricani. Distrutta nella notte flow station della Shell a Orubiri, uccisi i soldati di guardia. Questa mattina distrutto oleodotto Shell-Agip a Rumuekpe .
Continua la “guerra del petrolio” dichiarata sabato dal Mend dopo gli attacchi della JTF dell’esercito nigeriano ai campi dei militanti nello stato del Rivers a Tombia.
Un portavoce militare ha fatto sapere che lunedì la JTF ha attaccato nella zona di Alakiri il campo del gruppo di militanti guidati da Ateke Tom, che si dice sia vicino al Mend.
Intanto ieri sera un gruppo di uomini armati ha rapito a Port Harcourt, un cittadino britannico. A renderlo noto e’ un portavoce dell’esercito nigeriano e la conferma arriva anche dall’Ambasciata del Regno Unito. Si pensa che anche questo episodio possa essere legato al Mend.
”Un cittadino britannico e’ stato rapito ieri sera alle 20 “ ha dichiarato il colonnello Musa Sagir, portavoce della JTF dell’esercito nigeriano senza fornire dettagli. Il rapimento non è stato ancora rivendicato, ma visto l’interesse del Mend per gli ostaggi britannici si nutrono molte preoccupazioni a Londra che ha ora tre cittadini in mano ai ribelli.
Poi nella notte di lunedì un altro attacco a un impianto petrolifero della Shell rivendicato con la solita mail dal Mend: ”Un oleodotto a Bakana, nella zona di Degema, e’ stato distrutto con potenti esplosivi dagli artificieri del Mend sostenuti da un gruppo di combattenti armati ”.
L’attacco al principale oleodotto di Bakana, nello stato di Rivers, e appartenente alla compagnia Royal Dutch Shell, e’ avvenuto ieri sera poco dopo la mezzanotte.
“Una sezione dell’ oleodotto denominato Greater Port Harcourt Swamp Line a Bakana, nello Stato del Rivers, è stato attaccato” ha scritto in un comunicato Rainer Winzenried portavoce della Shell.” L’oleodotto attaccato è parte del grande sistema di trasporto del greggio denominato Bonny Light” ha detto l’uomo della Shell..
Sempre oggi il portavoce della JTF Musa Sagir ha dichiarato che c’è stato un attacco di uomini armati ad una piattaforma della Chevron ma gli attaccanti sarebbero stati respinti dalle forze di sicurezza..
Deji Haastrup portavoce della Chevron ha dichiarato alle agenzie di stampa che tutto il personale ha lasciato l’impianto, ma non ha detto che cosa ha causato l’evacuazione.
Come si capisce dalle notizie che giungono dal Delta la confusione regna sovrana, anche nel campo della “propaganda” si succedono i comunicati delle due parti che spesso si contraddicono tra loro, in una zona dove i “giornalisti” indipendenti non sono molto graditi dal governo nigeriano diventa difficile capire cosa sta realmente accadendo. Di certo ci sono migliaia di lavoratori delle compagnie petrolifere che stanno correndo grossi rischi per continuare ad estrarre petrolio, di certo ci sono le popolazioni del Delta esasperate da 50 anni di povertà, di sfruttamento delle risorse e di inquinamento della loro terra che ha portato centinaia di miliardi nelle casse del governo e delle multinazionali del petrolio. Infine c’è un governo che non è stato capace di trovare soluzioni politiche alle legittime aspirazioni delle popolazioni del Delta e che alla fine ricorre alla forza.
Nella serata di ieri arrivava un comunicato del Mend in cui veniva annunciato il rilascio dei due lavoratori Sudafricani in mano al gruppo ribelle. Il Mend, il Movimento per l’emancipazione del delta del Niger, ha detto che saranno liberati i due ostaggi sudafricani dopo un appello di Azuka Okah, la moglie di Henry Okah, che è sotto processo segreto in Nigeria.
Il Mend ha detto che questo è un gesto di buona volontà nei confronti del governo sudafricano per la sua ospitalità alla moglie e ai figli di Henry Okah che risiedono in Sud Africa.
“Il Mend libererà i due ostaggi appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno in quanto il territorio dove sono gli ostaggi è ora una zona di guerra”, ha detto il gruppo in un comunicato e-mail.
Il Mend ha detto di aver ricevuto, “un appassionato appello per e-mail dalla signora Azuka Okah, la moglie del detenuto attivista Henry Okah per avere il nostro aiuto per la liberazione dei due ostaggi sudafricani che sono stati rapiti dai pirati nel Rivers e che sono stati salvati da noi”.
“Azuka Okah, che è arrivata in Nigeria personalmente a premere per la loro liberazione, ci ha informato del rispetto e dell’ospitalità che lei e i suoi bambini hanno ricevuto in Sud Africa che lei considera la sua casa, da quando il marito è stato ingiustamente arrestato il 3 settembre 2007 .
“Siamo impressionati di come il governo sudafricano abbia rispetto per lo Stato di diritto” scrive Jomo Gbomo .
“In considerazione di quanto sopra, il Mend consegnerà gli ostaggi al rappresentante del governo sudafricano appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno”.
In serata arriva la notizia della liberazione dei due ostaggi Sudafricani.
Il solito Portavoce dell’esercito tenente colonnello Musa Sagir ha detto alla AFP che i due sono stati rilasciati intorno alle sei di oggi (martedì) pomeriggio “senza pagamento di riscatto”.
Nella notte il Mend annuncia un altro devastante attacco.
A scrivere è sempre il portavoce Jomo Gbomo: “.Alle 22 di Martedì, 16 settembre 2008, i combattenti del Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend) e Niger Delta Volunteer Force (NDVF) nuovamente alleati hanno attaccato e distrutto la stazione di pompaggio gestita dalla Shell Petroleum Development Company a Orubiri nello Stato del Rivers in Nigeria.
Tutti i soldati di guardia sono stati uccisi e abbiamo preso le loro armi per la nostra campagna. La loro barca è stata distrutta. Tutti i gruppi militanti della regione hanno messo da parte le loro differenze e si sono uniti per combattere il nemico comune che ha utilizzato lo strumento dello Stato e la tattica del divide et impera per opprimere la regione per cinquant’anni.
Invitiamo i soldati e i lavoratori del settore ad abbandonare tutte le strutture petrolifere comprese le piattaforme off-shore di Bonga e Agbami, noi vogliamo ridurre al minimo il numero delle vittime prima che l’uragano “Barbarossa” colpisca. (Il Mend ha dato alle operazioni di questi giorni il nome in codice “Barabarossa”)
Coloro che scelgono di rimanere dovranno affrontare le conseguenze delle loro decisioni
Se i militari nigeriani sono convinti delle loro capacità, prendanoi giornalisti e fotografi e li portino a Orubiri per valutare da soli le conseguenze del piano Barbarossa.
Inizieremo d’ora in poi a documentare le nostre incursioni fornendo fotocamere digitali e videocamere ad ogni unità.
Dopo lo stato del Rivers, l’uragano farà sentire la sua voce negli stati limitrofi nel delta del Niger. Il popolo dello Stato del Rivers dovrebbe fare pressioni sul governatore Rotimi Amaechi responsabile di quello che sta accadendo nello Stato. Egli deve dimettersi e deve essere dichiarato lo stato di emergenza nello stato del Rivers.”
L’ultimo comunicato è di oggi, ancora un attacco rivendicato dal Mend: ”Questa mattina alle 9.30 (ora locale) abbiamo fatto saltare in aria un oleodotto che pensiamo sia appartente sia alla Shell che all’Agip. L’attacco e’ avvenuto a Rumuekpe, nello Stato di Rivers”, si legge in un comunicato rilasciato dal movimento.
Aggiornamento: Dal Sudafrica arriva la conferma,Dan Laarman e Robert Berrie sono ancora in mano al Mend.
Dopo molte speculazioni, è stato stabilito che i due sudafricani rapiti in Nigeria sono ancora tenuti in ostaggio, lo ha detto l’Ambasciatore del Sud Africa in Nigeria.
L’Ambasciata del Sud Africa nel paese ha fatto sapere che secondo i funzionari che stanno negoziando i sudafricani non sono stati ancora liberati.
Smentite dunque in forma ufficiale le dichiarazioni del portavoce dell’esercito Sagir Musa
Aggiornamento: Eni nega di operare nell’Oleodotto attaccato questa mattina.L’oleodotto sabotato oggi con esplosivo dal Mend a Rumuekpe, nello stato nigeriano di Rivers, non fà parte di quelli sotto il controllo dell’Eni. Lo ha riferito una fonte della compagnia petrolifera all’Apcom sottolineando che “l’Eni non è operatore dell’oleodotto”.
In mattinata il Mend aveva rivendicato l’operazione con un comunicato, nel quale riferiva che l’oleodotto sarebbe di proprietà della Shell e dell’Agip.
Aggiornamento: Il MEND smentisce l’avvenuto rilascio dei due Sudafricani.Con un comunicato giunto alla Reuters circa un’ora fa il portavoce del Mend ha smentito quanto dichiarato ieri sera dal portavoce dell’esercito nigeriano.
“Per evitare dubbi, il Mend desidera affermare che abbiamo ancora la custodia dei due ostaggi sudafricani che stanno bene e saranno rilasciati al più presto come precedentemente affermato,” ha detto in una dichiarazione Jomo Gbomo..
L’articolo è stato aggiornato questa mattina, quinto giorno della “oil war”.