La compagnia petrolifera anglo-olandese Shell ha interrotto la sua produzione in un importante pozzo in Nigeria, in conseguenza di un attacco di militanti.
Lo ha annunciato oggi all’Afp un portavoce della società. “Abbiamo fermato la produzione nel giacimento di Bonga a causa di un attacco questa mattina da parte di militanti non identificati”, ha dichiarato il portavoce Precious Okolobo, senza precisare la quantità di greggio disperso.
E’ il primo attacco subito dalla piattaforma petrolifera di Bonga (Shell detiene il 55%, Exxon il 20%, Agip e Total il 12,5% ). Secondo quanto riferito dal portavoce della Royal Shell, l’impianto produce quotidianamente 200mila barili di petrolio, pari al 10% della produzione giornaliera nigeriana, che ammonta a circa due milioni di barili. Dopo l’attacco alla piattaforma, i militanti hanno preso in ostaggio un tecnico americano che si trovava su un’imbarcazione nei pressi dell’impianto.
L’attacco avvenuto nella notte è stato portato avanti dal MEND «Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger». Il raid è stato abbastanza clamoroso, avendo preso di mira una maxipiattaforma a ben 100 chilometri dalla costa, che i miliziani sono riusciti a raggiungere a dispetto di condizioni del mare difficili.
Non sono invece riusciti a penetrare nella sala di controllo computerizzata che intendevano distruggere, secondo quanto riferito da uno dei leader del movimento.
I preziosi giacimenti offshore sono sempre stati considerati “abbastanza sicuri” perché molto difficili da attaccare, questa notte i militanti armati hanno dimostrato ancora una volta quanto siano diventati sofisticati i loro mezzi e quanto grande sia la loro libertà d’azione nella zona del Delta.
Una fonte che ha chiamato il Times of Nigeria ha dichiarato che i combattenti del Mend che hanno portato l’attacco a Bonga intensificheranno le azioni fino al rilascio del loro leader Henry Okah processato segretamente e in maniera illegale dal governo nigeriano.
Nel comunicato ufficiale del Mend (appena giunto) che rivendica l’azione si scrive: “Per evitare che l’esercito nigeriano facesse passare come un altro ‘incidente’ questa umiliante sconfitta, è stato catturato un americano – scrive il Mend – il capitano Jack Stone, dell’azienda di servizi Tidex. Avrebbe dovuto essere rilasciato solo in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi del Delta del Niger, detenuti nel nord della Nigeria dal governo nigeriano, ma siccome i criminali presenti nel governo e nelle forze di sicurezza vogliono usare questa opportunità per fare soldi, abbiamo deciso di rimetterlo in libertà nelle prossime ore”.
Nella nota si afferma che l’attacco verrà ritentato, per dimostrare la vulnerabilità anche degli impianti offshore.
La produzione del petrolio nigeriano, a causa degli attacchi, è già scesa del 20% dal 2006, passando da 2.5 milioni di barili al giorno di due anni fa ai 2 milioni attuali. Questa notte con un solo attacco un altro decimo della produzione si è fermato.
La piattaforma di Bonga secondo quanto riferisce un corrispondente del Times di Nigeria era una delle più moderne ed avanzate del Delta e sembrava fino ad oggi immune da possibili attacchi.
Il comunicato inviato dal Mend alle agenzie di stampa.
Giovedì 19 giugno 2008 alle 04.45 un gruppo di combattenti del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) ha superato le presunte difese e le fortificazioni della piattaforma petrolifera di Bonga gestita dalla Shell Petroleum Development Company.
Il nostro obiettivo principale era la sala di controllo computerizzato che coordina tutte le movimentazioni petrolifere della piattaforma. Non siamo riusciti con gli esplosivi ad accedere alla sala di controllo. Abbiamo evitato di dare fuoco alla struttura per evitare la perdita di vite umane. La nostra prossima visita andrà in modo diverso e l’impianto non sarà risparmiato. Chiediamo pertanto a tutti i lavoratori dei pozzi offshore di Bonga di abbandonare le piattaforme perché i militari nigeriani non sono in grado di garantire la loro sicurezza.
Per evitare che i militari nigeriani facciano passare questo grande attacco per un “incidente”, un americano, il capitano Jack Stone, dipendente da una società di servizi petroliferi, la Tidex, è stato catturato. Avrebbe dovuto essere rilasciato solo in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi del Delta del Niger, detenuti nel nord della Nigeria dal governo nigeriano, ma siccome i criminali presenti nel governo e nelle forze di sicurezza vogliono usare questa opportunità per fare soldi, abbiamo deciso di rimetterlo in libertà nelle prossime ore.
Il luogo dell’attacco di oggi è stato scelto appositamente per rimuovere l’idea che le piattaforme offshore sono fuori dalla nostra portata. Le compagnie petrolifere e i loro complici non hanno nessuno posto sicuro dove nascondersi per compiere le loro nefande attività.
Usiamo questa occasione per chiedere alle grandi compagnie petrolifere di evacuare il loro personale dalla Nigeria fino a quando le questioni riguardanti il Delta del Niger non sono affrontate e risolte. Chiediamo anche alle petroliere e alle gasiere di rimanere fuori dalle acque nigeriane se non vogliono correre il rischio di essere attaccate e disturtte.
Ultimora: Il Mend ha annunciato in una email di aver rilasciato il capitano statunitense Jack Stone, sequestrato questa mattina nel sud della Nigeria.