rientro dopo tanto tempo, viste le Kitchen-vicissitudini, e che te trovo? sto popo’ de cultura. Bravi, nemmeno achille bonito oliva e vittorio sgarbi avrebbero saputo illustrare meglio, a me che sono ignorante, le caratteristiche di questo grande pittore del quale conoscevo, si e no, poco più che il nome.. questo è blog vero
Comunque Bacon credo (e tanto pe cambià non hai ascoltato o letto) non struggesse l’anima ma il suo involucro, anzi lui rifuggeva dall’anima o dalla sua considerazione del tempo. Considerava il suo corpo (ma i corpi in genere) una tela su cui i piaceri o le tentazioni anche grette e violente anticipavano le sensazioni delle macchie di colore.
Cosa mooolto lontana dal Remo nostro vecchio amico, anzi oso dicendo che se non vedi Bacon non capisci Williams.
Molte, troppe delle sue opere sono andate “donate”. Presumo che la sua ricerca di committenti sia stata come la sua vita: produttiva, intimistica,generosa, divertita ed estranea al mercato (a parte P.zza Epiro naturalmente).
Remo Guglielmi, detto “Remetto” – Roma? 1953? – (nome d’arte) è stato, e forse è ancora, importante artista contemporaneo strettamente di quartiere Appio Latino a Roma, Portametronia in particolare, dato che stava di casa a P.zza Epiro. Artista poliedrico e sfaccettato, intimista ad oltranza ed esploratore della propria mente, quasi sempre non compreso. Grande produttore di tele astratte e ricercatore di committenti paganti.
Alcune sue opere, d’ispirazione assolutamente non figurativa, fanno sicuramente parte di gelose collezioni private mai esposte al pubblico.
Campeggiano nel mio Studio quattro opere donatemi dall’artista.
Pagherei per rivederlo.
Interessante siparietto. Forse tra i più eruditi del nostro sito. Sperando che impressioni ed opinioni siano … farina del sacco vi dico andate avanti , mi piace!
Caro Bacon, qualcuno forse senza accorgersene, ha descritto insieme a te una persona a noi tutti rimasta cara in tutto il suo struggimento dell’anima …. un grande artista, a cui prima o poi il nostro sito dovrà dedicare una galleria, magari fotografando i pochi quadri rimasti: Remo Williams
Nessuno vuole imporre il proprio punto di vista con la saccenza che dici. Semplici opinioni personali che, personalmente, non vedo neanche distanti, caro Bacon.
Ho scritto “chiudo” dato che su Bacon ho espresso tutto il mio attuale pensiero. Semplice ed inoffensivo.
Stai a vedere che questi due saccenti d’arte, dopo aver disquisito, ora, visti i giudizi contrapposti ( e non poteva essere altrimenti) si mettono pure a litigare come Sgarbi, quel chiudo è più di una premessa…
Non si può neanche dipingere in santa pace..!!!!
Nel 1274 Cimabue dipinge una Crocifissione che turba i committenti del tempo (la Chiesa), antesiniana, a mio parere, della scarnificazione operata poi da Bacon.
Le crocifissioni di Bacon sono la volontà di descivere il Cristo, quindi l’Uomo per eccellenza , l’ Ecce Homo nicciano , e quindi la sua coscenza, spesso fraintesa dalla sinistra col superuomo, come carne venduta a peso al banco del macellaio, mezzi abbacchi in mostra, l’Agnello di Dio, sanguinolento e vilipeso. Di sicura provenienza estremistico-cattolico-distruttiva, vera ed ancora attuale. Anch’io non sposo la sua visione, ma non c’è dubbio che lo preferisco di gran lunga ai vari furboni e mercanti di se stessi che da sempre hanno fatto dell’arte un mestiere solo su commissione. L’arte vera non può essere consolatoria, deve essere un pugno nello stomaco che risveglia coscienze. E’ condannata ad essere impopolare. L’Arte fa paura alle masse irrigimentate. Come la Vita.
Chiudo.
Stimolato. Comunque mi ero dimenticato di aggiungere che la scelta di Milano per questa mostra è stata azzeccatissima. Rispecchia il momento sportivo di quella città ed averla vista prima della partita vi ha permesso di capire anche il perchè dei risultati.
Con Carla abbiamo fatto, con altri artisti, una serata su Bacon questo per dire che è stato un’artista molto controverso, introspettivo ai limiti dell’autodistruzione fisica ed artistica. Toccato da Picasso, Cezanne ma poi dall’espressionismo più crudo. Ha sempre sostenuto che non si può essere artisti se non si combatte con l’oggetto dell’opera. E l’oggetto dell’opera era comunque lui come in una immagine nello specchio rotto e disarticolato.
Non mi è mai piaciuto molto, anche perchè traspare evidente la sua autoflagellazione infantile (vera!) ed il suo ergersi ad offerta umana e quindi artistica come omosessuale incallito verso artisti già affermati, amici e persone del nulla. Pittore dell’anima? Non credo. Alcuni quadri sono molto belli ma quelli più caratteristici sono legati alla scomposizione corporea che non lascia anima, solo carne.
Credo sia una bella mostra perchè l’artista solletica la discussione ma, ribadisco, ne dò un giudizio negativo quasi infastidito come alle sue crocefissioni.
Vi piacesse mai uno “qualsiasi”, eh?
Bacon è un sublime al negativo, chiaro. Pittore dell’anima, certo, ma della sua. Non interpreta ma anticipa e chiarifica. Ai confini estremi della figurazione lui trasfigura, mentre l’arte figurativa è morta da tanto tempo, ad opera di Cezanne prima e poi Picasso. Dipinge per se stesso. Moralista, non consolatorio, e crudele all’opinione pubblica. E’ un carnefice, anche nei colori. Niente estasi, niente fascinazione, nessuna esaltazione dei sentimenti, ma tutto l’inquieto ed il torbido attuale: una meditazione lacerante sulla condizione intima dell’uomo in balia di ipocrisie e finzioni della società. Omosessuale dalla personalità complessa al limite del disturbo psichico, prima designer poi pittore che ha voluto indagare come in un tema ossessivo la condizione dell’uomo nel suo processo di degradazione spirituale, scarnificando carni, e facendo tutto questo col vezzo della serialità, ma prima di Warhole.
La sua fortuna deriva dal fatto che, come per tutti i grandi artisti, l’immagine parla più di trattato di storia dell’uomo.
Un vero Sbroc(K)s..e spero abbiate preso il Catalogo della mostra.
Le foto alle mostre so’ vietate, chiedi a Labbinda quando per poco non lo arrestano al Louvre…
Quanto a scrivere, umilmente lascio fare a chi è più bravo di me… 😉
Ma l’annimaccia tua, già che ce stavi potevi pure scrive du righe su sto pittore. Se n’era pe Edda er Bacon rimaneva quello co le ova!
Visto che sei stato a la mostra ce la potevi descrive… potevi fà du foto.. e annamo nò!!!
Mi associo, belli questi commenti non conoscendo bene l’artista qualcosa ho imparato.
rientro dopo tanto tempo, viste le Kitchen-vicissitudini, e che te trovo? sto popo’ de cultura. Bravi, nemmeno achille bonito oliva e vittorio sgarbi avrebbero saputo illustrare meglio, a me che sono ignorante, le caratteristiche di questo grande pittore del quale conoscevo, si e no, poco più che il nome.. questo è blog vero
Comunque Bacon credo (e tanto pe cambià non hai ascoltato o letto) non struggesse l’anima ma il suo involucro, anzi lui rifuggeva dall’anima o dalla sua considerazione del tempo. Considerava il suo corpo (ma i corpi in genere) una tela su cui i piaceri o le tentazioni anche grette e violente anticipavano le sensazioni delle macchie di colore.
Cosa mooolto lontana dal Remo nostro vecchio amico, anzi oso dicendo che se non vedi Bacon non capisci Williams.
Molte, troppe delle sue opere sono andate “donate”. Presumo che la sua ricerca di committenti sia stata come la sua vita: produttiva, intimistica,generosa, divertita ed estranea al mercato (a parte P.zza Epiro naturalmente).
Remo Guglielmi, detto “Remetto” – Roma? 1953? – (nome d’arte) è stato, e forse è ancora, importante artista contemporaneo strettamente di quartiere Appio Latino a Roma, Portametronia in particolare, dato che stava di casa a P.zza Epiro. Artista poliedrico e sfaccettato, intimista ad oltranza ed esploratore della propria mente, quasi sempre non compreso. Grande produttore di tele astratte e ricercatore di committenti paganti.
Alcune sue opere, d’ispirazione assolutamente non figurativa, fanno sicuramente parte di gelose collezioni private mai esposte al pubblico.
Campeggiano nel mio Studio quattro opere donatemi dall’artista.
Pagherei per rivederlo.
Interessante siparietto. Forse tra i più eruditi del nostro sito. Sperando che impressioni ed opinioni siano … farina del sacco vi dico andate avanti , mi piace!
Caro Bacon, qualcuno forse senza accorgersene, ha descritto insieme a te una persona a noi tutti rimasta cara in tutto il suo struggimento dell’anima …. un grande artista, a cui prima o poi il nostro sito dovrà dedicare una galleria, magari fotografando i pochi quadri rimasti: Remo Williams
Nessuno vuole imporre il proprio punto di vista con la saccenza che dici. Semplici opinioni personali che, personalmente, non vedo neanche distanti, caro Bacon.
Ho scritto “chiudo” dato che su Bacon ho espresso tutto il mio attuale pensiero. Semplice ed inoffensivo.
Stai a vedere che questi due saccenti d’arte, dopo aver disquisito, ora, visti i giudizi contrapposti ( e non poteva essere altrimenti) si mettono pure a litigare come Sgarbi, quel chiudo è più di una premessa…
Non si può neanche dipingere in santa pace..!!!!
Nel 1274 Cimabue dipinge una Crocifissione che turba i committenti del tempo (la Chiesa), antesiniana, a mio parere, della scarnificazione operata poi da Bacon.
Le crocifissioni di Bacon sono la volontà di descivere il Cristo, quindi l’Uomo per eccellenza , l’ Ecce Homo nicciano , e quindi la sua coscenza, spesso fraintesa dalla sinistra col superuomo, come carne venduta a peso al banco del macellaio, mezzi abbacchi in mostra, l’Agnello di Dio, sanguinolento e vilipeso. Di sicura provenienza estremistico-cattolico-distruttiva, vera ed ancora attuale. Anch’io non sposo la sua visione, ma non c’è dubbio che lo preferisco di gran lunga ai vari furboni e mercanti di se stessi che da sempre hanno fatto dell’arte un mestiere solo su commissione. L’arte vera non può essere consolatoria, deve essere un pugno nello stomaco che risveglia coscienze. E’ condannata ad essere impopolare. L’Arte fa paura alle masse irrigimentate. Come la Vita.
Chiudo.
Stimolato. Comunque mi ero dimenticato di aggiungere che la scelta di Milano per questa mostra è stata azzeccatissima. Rispecchia il momento sportivo di quella città ed averla vista prima della partita vi ha permesso di capire anche il perchè dei risultati.
Bravi e preparatissimi!!
Con Carla abbiamo fatto, con altri artisti, una serata su Bacon questo per dire che è stato un’artista molto controverso, introspettivo ai limiti dell’autodistruzione fisica ed artistica. Toccato da Picasso, Cezanne ma poi dall’espressionismo più crudo. Ha sempre sostenuto che non si può essere artisti se non si combatte con l’oggetto dell’opera. E l’oggetto dell’opera era comunque lui come in una immagine nello specchio rotto e disarticolato.
Non mi è mai piaciuto molto, anche perchè traspare evidente la sua autoflagellazione infantile (vera!) ed il suo ergersi ad offerta umana e quindi artistica come omosessuale incallito verso artisti già affermati, amici e persone del nulla. Pittore dell’anima? Non credo. Alcuni quadri sono molto belli ma quelli più caratteristici sono legati alla scomposizione corporea che non lascia anima, solo carne.
Credo sia una bella mostra perchè l’artista solletica la discussione ma, ribadisco, ne dò un giudizio negativo quasi infastidito come alle sue crocefissioni.
Vi piacesse mai uno “qualsiasi”, eh?
Bacon è un sublime al negativo, chiaro. Pittore dell’anima, certo, ma della sua. Non interpreta ma anticipa e chiarifica. Ai confini estremi della figurazione lui trasfigura, mentre l’arte figurativa è morta da tanto tempo, ad opera di Cezanne prima e poi Picasso. Dipinge per se stesso. Moralista, non consolatorio, e crudele all’opinione pubblica. E’ un carnefice, anche nei colori. Niente estasi, niente fascinazione, nessuna esaltazione dei sentimenti, ma tutto l’inquieto ed il torbido attuale: una meditazione lacerante sulla condizione intima dell’uomo in balia di ipocrisie e finzioni della società. Omosessuale dalla personalità complessa al limite del disturbo psichico, prima designer poi pittore che ha voluto indagare come in un tema ossessivo la condizione dell’uomo nel suo processo di degradazione spirituale, scarnificando carni, e facendo tutto questo col vezzo della serialità, ma prima di Warhole.
La sua fortuna deriva dal fatto che, come per tutti i grandi artisti, l’immagine parla più di trattato di storia dell’uomo.
Un vero Sbroc(K)s..e spero abbiate preso il Catalogo della mostra.
Le foto alle mostre so’ vietate, chiedi a Labbinda quando per poco non lo arrestano al Louvre…
Quanto a scrivere, umilmente lascio fare a chi è più bravo di me… 😉
Ma l’annimaccia tua, già che ce stavi potevi pure scrive du righe su sto pittore. Se n’era pe Edda er Bacon rimaneva quello co le ova!
Visto che sei stato a la mostra ce la potevi descrive… potevi fà du foto.. e annamo nò!!!
Il pittore dell’anima!