La metà degli abitanti di Santa Cruz non vuole l’autonomia.
Non è una vittoria autonomista, non è una “festa democratica” ma una fallimentare ed illegittima consultazione caratterizzata dal 50% di astensionismo.
Evo: La metà degli abitanti di La Cruz non vuole l’autonomia separatista.
E’ fallita completamente la consultazione illegale ed anticostituzionale per approvare lo statuto autonomista di Santa Cruz, visto che il sondaggio ha evidenziato che almeno la metà dei cittadini cruceños non appoggiano il modello autonomista proposto da alcune famiglie. Mentre la dirigenza politica ed imprenditoriale del dipartimento assicura che più dell’80% dei votanti ha approvato lo statuto.
“Oggi diciamo al mondo che siamo autonomi, viva Santa Cruz!”, ha dichiarato il presidente del Comitato Civico di Santa Cruz Branco Marinkovic, in un discorso trionfalista nella Piazza 24 settembre della capitale cruceña, appena sono usciti i primi risultati della consultazione.
Morales vuole incontrare il popolo cruceño per organizzarsi e resistere allo statuto separatista delle oligarchie, e ha assicurato di sentirsi impressionato dalla coscienza e dalla saggezza della gente.
Secondo la sua opinione, il sondaggio cruceño è fallito visto che non è stata la “festa democratica” che si aspettavano gli autonomisti, ma un processo violento caratterizzato dalle irregolarità, le denunce di frode le aggressioni da parte di gruppi di giovani spalleggiati dai cittadini dell’interno del paese.
Secondo il Presidente, gli autonomisti non possono dichiararsi vincitori con più dell’80% dei voti, considerando l’alta percentuale di astenzionismo cittadino che ha triplicato il livello registrato nelle elezioni degli ultimi anni.
Il valore medio di astensionismo a livello nazionale oscilla tra il 20 ed il 22 percento. Nell’elezione per i rappresentanti dell’Assemblea Costituente a Santa Cruz era arrivato solo al 19%. I mezzi di comunicazione, solidari ai promotori del referendum, hanno falsamente dichiarato che la scorsa domenica non ha votato il 39% degli aventi diritto di voto.
“I dati divulgati da alcuni mezzi di comunicazione, molti dei quali hanno appoggiano la consultazione illegale, dovrebbero preoccuparsi dell’identità di chi hanno sostenuto”, ha commentato Morales. La la percentuale di astinzione si somma ai voti contrari e a quelli nulli. Se ne deduce che il 50% dei cittadini di Santa Cruz non appoggia l’autonomia voluta dagli imprenditori.
“Se vogliamo dire la verità, sono sicuro che sono molti di più (…). Chissà cosa ci sarà dietro i mezzi di comunicazione (…) Che bello sarebbe se le autorità e i dirigenti dicessero la verità”, ha dichiarato Morales.
Il Presidente ha detto inoltre, che la consultazione ha diviso di più il dipartimento di Santa Cruz e messo l’una contro l’altra le famiglie che ci abitano.
Evo ha esaltato la coscienza e la saggezza del popolo e dei movimenti sociali che oggigiorno,nonostante l’umiliazione e le aggressioni subite, si sono ribellati ai gruppi minoritari che hanno tentato di approvare con la forza un modello autonomista che divide il paese.
Morales si è riferito non solamente agli atti di rifiuto sociale nella città e nelle provincie, ma soprattutto alla grande mobilitazione della scorsa domenica ne El Alto, La Paz e Cochabamba, “contro lo statuto dei proprietari terrieri di Santa Cruz”. A Cochabamba hanno chiesto le dimissioni del prefetto Manfred Reyes Villa e a El Alto hanno tirato pietre contro il canale televisivo del prefetto José Luis Paredes, entrambi alleati agli autonomisti cruceños.
Il Presidente ha assicurato che il governo non finanzia nessuna di queste mobilitazioni popolari. “Per questo la mia ammirazione nei riguardi di questi sollevamenti spontanei, in difesa della legalità e per l’uguaglianza tra i boliviani è altissima”.
Morales ha convocato tutti i prefetti dell’opposizione per lavorare da oggi per una vera autonomia dei popoli indigeni, dei dipartimenti e delle regioni, basata sulla nuova Costituzione Politica delle Stato. Inoltre spera che il suo appello “sia ascoltato dai prefetti per garantire l’autonomia dei popoli e non dei gruppi”.
Meno di 57.000 abitanti è grande 5 volte la Germania. I groenlandesi, di cui sostengo l’indipendenza, discendono per l’87% da inuit(uno dei due popoli eschimesi) ed europei, in particolare danesi e norvegesi; il restante 13% è costituito da europei nati nel continente e trasferitisi poi sull’isola.
Niente a che vedere con la regione Boliviana di Santa Cruz de la Sierra.
Nel frattempo in Groenlandia si organizzano per “staccarsi” dalla Danimarca, entro il 2008 ci sarà un referendum il cui esito sembra scontato.
Credo che il diritto internazionale possa ben poco per deligittimare una partecipazione al voto del 61% degli aventi diritto. La storia è piena di dichiarazioni vittoriose ottenute e difese con molta meno partecipazione. Altra cosa è la ricerca di un consenso, anche internazionale e magari di paesi vicini, capaci di raffreddare l’esito del voto per un progetto politico di più ampio respiro.Ma non credo ci stiano ascoltando!
I governanti conoscono le regole del voto e se queste gli danno ragione scandalizzarsi per l’esito è fuori luogo.
Chiaro che il risultato non piace ne a me nè ad Evo e chiaro anche che le mie traduzioni dallo spagnolo non sono il massimo della vita.
Ricapitoliamo: Sul piano formale hai ragione tu, ha votato il 61% degli aventi diritto. Sul piano politico ha ragione Evo. Un referenfum sulla “secessione” de facto della regione più ricca di risorse della Bolivia dominata dai grandi proprietari terrieri “bianchi” avrebbe bisogno di ben altra legittimazione.
I conti sono presto fatti, ha votato il 61% degli aventi diritto e molti indios non hanno votato per protestare contro un referendum che ritengono illeggittimo (lo ritiene illeggittimo anche l’OEA-Organizzazione degli Stati Americani).Ergo i sondaggi (i risultati reali definitivi arriveranno solo mercoledì) dicono che l’80% ha votato a favore della secessione cioé circa il 48% degli aventi diritto al voto.
Vatti a vedere la percentuale dei “bianchi” nella regione e tutto sarà più chiaro.
Ti ricordo che la Bolivia è l’unico Paese sudamericano a maggioranza indigena:Secondo il CIA World Factbook 2006, la popolazione boliviana è costituita dai seguenti gruppi etnici: quechua 30%, aymara 25%, meticci 30%, europei 15%.
Infatti contro la volontà dei grandi proprietari “bianchi” e degli USA un indio è il Presidente.
Ciao Edu, dall’articolo non si capisce bene: quant’é stata l’affluenza alle urne? Che percentuale degli aventi diritto ha votato? Il 50% o il 61%? Perche se fosse il 61, che problema ci sarebbe??? Solo che il risultato non piace ad Evo?
Saluti, Doppiafila