Questa mattina alle ore 11.00 attivisti delle Ass. Action ed A Sud hanno occupato la sede centrale di ACEA in Piazzale Ostiense, contestando le scelte e la gestione di questi ultimi anni.
Una municipalizzata che dovrebbe avere come sua principale funzione garantire il diritto all’acqua ai cittadini ed alle cittadine di Roma preferisce invece costruire il prossimo inceneritore ad Albano, dopo quelli di Terni e San Vittore, causando le dure proteste delle popolazioni locali, piuttosto che garantire qualità e investimenti nel servizio idrico integrato.
Negli ultimi mesi infatti tre depuratori di ACEA – Castelnuovo,Monterotondo e Fonte Nuova – sono stati chiusi dal Corpo Forestale per inquinamento da arsenico, i cui livelli superavano di 6 volte i limiti consentiti per legge mettendo a repentaglio la salute pubblica.
Esiste inoltre il rischio di collasso dell’ecosistema della valle dell’Aniene, denunciato più volte dai cittadini, causato dall’eccessivo sfruttamento da parte di ACEA dell’acquedotto del Simbrivio.
Così come sono mancati in questi anni investimenti importanti di manutenzione della rete idrica cittadina mentre molti sono stati i lavoratori licenziati o esternalizzati.
Il processo di privatizzazione iniziato nel 1998 ha poi permesso alla multinazionale Suez di controllare l’8,6% di ACEA, al presidente della ACEA di sedere nel Cda della multinazionale francese ed ad un membro del comitato esecutivo di Suez di sedere nel Cda di ACEA.
La Suez, secondo gestore mondiale di servizi idrici, con la sua politica punta a trasformare il diritto all’acqua in una merce come le altre ed è accusata in numerosi paesi del mondo di precludere l’accesso all’acqua a milioni di persone e di causare gravissimi danni all’ambiente.
Politica che anche ACEA ormai porta avanti in Armenia, Perù e in Honduras, dove dal 2004 la popolazione locale si oppone alla privatizzazione dell’acqua imposta dall’impresa.
Mentre in città i candidati Sindaci discutono su quanto ancora privatizzare quella che era la più importante impresa capitolina, l’azione simbolica di questa mattina afferma come il più grande investimento per la città, la sicurezza e la salute dei cittadini sia ripubblicizzare ACEA riportandone il controllo nelle mani dei cittadini.
Questa iniziativa vuole essere il contributo delle Ass. Action ed A Sud alla tre giorni per la difesa dei beni comuni promossa dai movimenti nel Lazio.
Basterebbe meno mafia e più cisterne ( più o meno grandi a seconda delle esigenze) per usi irrigui, alimentate dall’acqua piovana regimentata e trattata allo scopo.
Lo facevano addirittura in Persia nel IV secolo A.C.
La Natura ci dà tutto, basta saperla assecondare.
Giusto e insensato, non a caso non entra nei dibattiti politici di questi giorni, pensare anche solo lontanamente la privatizzazione delle risorse idriche, il principale bene comune necessario all’esistenza stessa (cosa che non è ad esempio il petrolio). Una sana politica di buona gestione dovrebbe mantenere la tutela nazionale della distribuzione (altrimenti ci sarebbe il rischio dell’implosione federalista tra regioni o province o comuni di diversi schieramenti o di maggiori egoismi), massicci investimenti per l’ammodernamento della rete e meccanismi, amministrativi o tecnici o di verifica, contro gli sperperi o l’uso indiscriminato.
Bravo Edu, e per contrappasso dovrebbero loro patire la sete (sembra che sia una fine orrenda).
Il 30% dell’acqua potabile in questo paese se ne va nel sottosuolo per la fatiscenza degli acquedotti primari e delle linee secondarie di adduzione….
Nel sud del Paese tale disservizio viene peggiorato ad arte dalle mafie locali che gestiscono la distribuzione di acqua potabile con le autocisterne, alzando richiesta e prezzo delle acque minerali.
Ora il Re delle acque minerali ce lo vedremo in parlamento…altro che giornali….
In questo paese si usa acqua perfettamente potabile per usi irrigui, quando il cielo ce la manda bella, fresca, pulita e desalinizzata (forse un pochino acida, ma non per sua colpa).
Famo morì a loro!!!!
Ma se pò privatizzà l’acqua ?
Eppure l’hanno fatto in tutto il mondo
L’acqua è e sarà sempre di più un bene prezioso e limitarne l’accesso farà aumentare sensibilmente il suo prezzo. Mi domando (ingenuamente) ma in questo mondo liberista, dove la sicurezza e la salute dei cittadini sono sempre subordinati al profitto e la limitazione dell’accesso all’acqua (purtroppo) rappresenta solo un’altra possibilità di guadagno, il prossimo passo sarà privatizzare l’aria?
Mbè allora vojo morì!
sono d’accordo ma se mo dicevi m’accodavo pure io, m’hanno fatto pagà certe bollette ultimamente..