Petrolio, gas, energia nucleare. Possono bastare?
Grande problema ma scarse risorse e spesso non rinnovabili come, appunto il petrolio o il gas. Eppure di idee se ne stanno mettendo molte in campo (una delle più curiose è quella della ricerca di un sistema economicamente sostenibile per estrarre metano dalla steppa siberiana prima che scongeli definitivamente) ma la richiesta cresce più velocemente. Quindi? Si parla allora di efficienza.
Efficienza: ovvero come consumare meno per fare la stessa cosa. E’ la parola d’ordine, in tema di uso dell’energia, che risuona più di frequente. Aumentare l’efficienza significa usare meno energia: ma solo relativamente, non in assoluto. Una grossa automobile di cilindrata elevata, per quanto dotata di un motore efficientissimo, consumerà infatti sempre più di una piccola utilitaria, più leggera e con una cilindrata ridotta.
E’ una conclusione apparentemente banale, ma è necessario riflettere sul fatto che se l’obiettivo è diminuire i consumi energetici, questo non può coniugarsi con un continuo aumento delle dimensioni e della quantità di oggetti e servizi che utilizziamo, per quanto li si renda efficienti. Deve prevalere una logica diversa: quella della sufficienza. Tanto per cominciare dai nostri piccoli mondi di abitudini. Ovvero, scegliere il mezzo più idoneo e commisurato alle reali necessità. Evitare il gigantismo inutile. Evitare quegli oggetti che divorano molta energia per restituire un servizio facilmente ottenibile con altri mezzi che consumano meno. Un esempio? Lasciate perdere l’asciugabiancheria: consuma quattro volte l’energia del ciclo di lavaggio ed è facilmente sostituibile con un po’ di ventilazione; evitate di prendere l’automobile per fare poche centinaia di metri.
Questi alcuni esempi che attengono ai comportamenti individuali. Ma la sufficienza energetica si declina in molti modi, e potrebbe presto manifestarsi sotto forma di nuove forme di etichettatura e certificazione energetica, di architettura e in nuovi approcci a vecchi problemi.
Uno dei pochi casi in cui la risposta arriva prima della domanda.
Lo avevo già spiegato in un’altro post….temo che “il cittadino medio” nc’arriva, soprattutto se , n’ce vò arrivà
Edu, solo tu puoi rispondere alla domanda del semplice cittadino!
Intanto Bush ha dichiarato di essere in recessione…..vuole farci il culo con le esportazioni……Tutti a New York per Pasqua……..con l’Euro a 1,54 Dollari è una passeggiata di salute….
…Domanda ai politici….ma se paghiamo il petrolio in Dollari….perchè non cala il prezzo della benzina in Italia?
Mha! Misteri della finanza….
Tutto ok. Sò di sistemi di riscaldamento misti, anche geotermici nel senso che rubano calore direttamente dal sottosuolo o dalle acque calde, di pannelli rivoluzionari e quant’altro. E’ verissimo che noi, le nostre abitudini, i nostri vizi, sono la prima causa di sperpero di energia e quindi diventa inevitabile qualsiasi passaggio se non parte da noi stessi, dalle nostre città, dalle nostre case, dalle nostre macchine.
Ma oltre questo c’è anche la realtà che ci parla di popolazioni, milioni di persone (Cina o India tanto per fare solo due nomi) che “evolvendosi”, non solo come individui ma anche come società, chiedono più energia. Che non hanno e che, tra non molti decenni, non avremo più nonostante tutti i risparmi messi in atto.
Sto ristrutturando una casa di 350 Mq. a Firenze. Chiaramente il riscaldamento/raffrescamento verrà assicurato da pannelli a soffitto con serpentine in PVC coibentato all’interno delle quali circola acqua, fredda o calda, prodotta da caldaia a metano, con risparmio secco sui costi di gestione dei tradizionali sistemi a termosifone, del 30% l’anno.
Questi sistemo lavorano a temperature molto inferiori di gestione rispetto ai sistemi tradizionali (25/26 gradi). Scaldi meno acqua, con maggiore resa/raffreddi meno acqua con maggiore resa. Meno moti convettivi insalubri, nessuna combustione di polveri in casa ( il famoso “nero” che si nota sopra i termosifoni, e che inaliamo)
Non parliamo poi del comfort e del benessere che ne derivano.
Nel caso specifico di Firenze 45 Mq. di pannelli fotovoltaici in copertura copriranno il 75% del fabbisogno annuo. Dimenticavo di dire che il 55% della spesa viene detratta.
Il problema della ottimizzazione delle risorse evitando inutili sprechi viene regolarmente disatteso anche nei piccoli particolari che possono apparire trascurabili ma sono d’accordo con te che il punto di partenza deve essere nel cercare di modificare le nostre cattive abitudini. Ma credo anche che questo passaggio deve coinvolgere tutti a cominciare proprio da chi “produce” ciò che poi noi utilizziamo quotidianamente e, tanto per fare un esempio, basti pensare agli imballi fatti di scatole di carta, cartone o plastica che avvolgono praticamente tutto ciò che ogni giorno compriamo, imballi che, oltre ad avere un costo in termini energitici al momento della produzione, finiscono regolarmente nell’immondizia e di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno senza che questo peggiori in alcun modo la qualità delle nostre giornate. Stesso discorso andrebbe fatto per tutte le spie e i led che ormai sono parte integrante di qualunque elettrodomestico abbiamo in casa e che assorbono energia anche quando non sono in uso e potrei continuare per molto citando i riscaldamenti accesi anche con temperature esterne miti o mille altre piccole cose che possono apparire banali o inutili ma che invece tali non sono. Vorrei segnalare in questo senso un piccolo apparecchio che si chiama EasyOff che è in grado di spegnere in modo automatico le luci rosse di tutti gli apparecchi in standby ad esso collegati. Sarà poco ma forse è il segno che qualcosa sta davvero cambiando e forse la speranza sta proprio nel trasformare la cura e l’attenzione per l’ambiente in un business i cui ricavi stavolta non sarebbero però soltanto economici…