In parte credo sia una giusta considerazione, ma chi lo fà perchè oppresso ed incapace a riaprire la porta del mondo non fà una scelta libera.
Comprendo la solitudine impietosa dellla sofferenza umana, ma non la accetto.
mi rattristano molto, ma non mi impietosiscono, le persone, se dotate la sensazione è ancora maggiore, che con grande facilità ed entusiasmo superano traguardi difficili e di effimera gloria e che poi, per la esaurita ricchezza d’animo, si chiudono in una stanza e spengono la luce. Non c’è differenza se la stanza è in muratura o di ossa craniche o di altre realtà. Quello che conta e che và raccontato, con dolce invidia, è se c’è la luce!
E’ vero, un vecchio pirata.
L’ho incontrato, qualche mese prima che morisse alle Terme di Saturnia, ero con Marina, forse il mese era ottobre.
Aveva comprato una casa da quelle parti e ogni tanto era alle terme. Quel giorno era con un altro ciclista (mi sfugge il nome) e con Marina notammo proprio la sua “tristezza”, ricordo che ne parlammo.
L’impressione di qualcuno “spezzato” nella sua essenza.
In parte credo sia una giusta considerazione, ma chi lo fà perchè oppresso ed incapace a riaprire la porta del mondo non fà una scelta libera.
Comprendo la solitudine impietosa dellla sofferenza umana, ma non la accetto.
Io penso che serve anche il coraggio per spegnerla quella luce..
mi rattristano molto, ma non mi impietosiscono, le persone, se dotate la sensazione è ancora maggiore, che con grande facilità ed entusiasmo superano traguardi difficili e di effimera gloria e che poi, per la esaurita ricchezza d’animo, si chiudono in una stanza e spengono la luce. Non c’è differenza se la stanza è in muratura o di ossa craniche o di altre realtà. Quello che conta e che và raccontato, con dolce invidia, è se c’è la luce!
E’ vero, un vecchio pirata.
L’ho incontrato, qualche mese prima che morisse alle Terme di Saturnia, ero con Marina, forse il mese era ottobre.
Aveva comprato una casa da quelle parti e ogni tanto era alle terme. Quel giorno era con un altro ciclista (mi sfugge il nome) e con Marina notammo proprio la sua “tristezza”, ricordo che ne parlammo.
L’impressione di qualcuno “spezzato” nella sua essenza.
forse fu proprio la realtà a lasciarlo solo e da solo se ne andò come quel vecchio pirata che aveva saputo essere.
era un esperto delle fughe solitarie, e da solo, purtroppo, fuggì anche dalla realtà